Cronaca

MetApulia difende il suo progetto: “Nessun rischio e rifiuti solo nel leccese”

LECCE-  “Non inceneriamo rifiuti, non produciamo polveri sottili, non ci sono rischi di esplosioni e salmonellosi”. La società MetApulia difende il suo progetto di impianto di compostaggio nella zona industriale di Lecce, dopo il Consiglio comunale di Surbo, la cui amministrazione ha annunciato la ferma volontà di mettersi di traverso all’opera.
La società spiega che “le caratteristiche dell’impianto MetApulia implicano che ‘la competenza per il procedimento VIA-AIA sia della Regione Puglia” e non della Provincia di Lecce. Inoltre, non si prevede “alcun tipo di combustione.  La simultanea produzione di biometano e di ammendante rappresenta, ad oggi, la sintesi di un’efficienza tecnologica che è ormai ampiamente diffusa in Europa”. Sulla provenienza dei rifiuti, “la capacità progettata per l’impianto esclude che resti margine per la lavorazione di rifiuti provenienti da altre province o regioni”, si afferma.

Per MetApulia, inoltre, “l’impiego della digestione anaerobica elimina di per sé il problema dei cattivi odori”; “i valori di emissione in aria, scarico in fognatura e impatto acustico sono ben al di sotto dei limiti di legge”; “lavorando in assenza di ossigeno, l’impianto è al riparo da possibilità di esplosione”.

Sulla consistenza del capitale sociale, ritenuto troppo risicato dal Comune di Surbo, MetApulia annuncia che “la società sarà ricapitalizzata per almeno un milione di euro al momento del rilascio delle autorizzazioni. L’investimento complessivo per la realizzazione dell’impianto è pari a 20 milioni di euro interamente privati. Senza, quindi, alcun apporto di fondi pubblici”.

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