LECCE – Il tempo è qualcosa di indefinito pieno di contraddizioni, scorre via velocemente ma ci sono volte in cui si ferma creando una bolla di ricordi e pensieri.
Il tempo si è fermato al Via del Mare il 13 aprile, si è fermato facendo un inchino ad uno dei protagonisti storici di quello stadio, della Curva Nord e della storia del Lecce.
I cori dei suoi amici e fratelli hanno sovrastato ogni rumore, hanno rotto ogni silenzio, omaggiando Salvatore Giannone, per tutti “Balilla”, il ragazzo col megafono, il ragazzo dei cori, il corista, uno degli animatori del tifo d’una volta, che da quella Curva negli anni 80 e 90 rappresentava uno dei volti più belli e puliti di una calcio che c’è non più. Aveva 59 anni ed ha lottato come un leone; è andato via ma resterà per sempre su quei gradoni, lui è già leggenda.
Brividi prima della gara quando il presidente del Lecce Sticchi Damiani insieme a Baschirotto, Blin e Falcone hanno portato dei fiori sotto la Curva dove era stato esposto il primo striscione: “Il tuo urlo in eterno, buon viaggio Salvatore”.
Quegli stessi amici, compresi i Vigili del Fuoco compagni di lavoro, che lo hanno omaggiato nell’ultimo saluto tra ricordi ed emozioni allo stato puro.
E brividi quando anche nel settore ospiti, i tifosi avversari, hanno esposto uno striscione per salutarlo.
Poi è arrivato il gol della vittoria al 90°, una vittoria che il numero del sodalizio giallorosso, Saverio Sticchi Damiani, ha dedicato a lui, così come tutti i tifosi del Lecce.
E lassù sicuramente qualcuno avrà lanciato il suo coro, questa volta tra gli angeli, in un tempo indefinito che però si è fermato, lì al Via del Mare, per l’inchino alla poesia del calcio.