Attualità

Pena di morte per il killer? pioggia di critiche su Mellone

E’ il giorno delle reazioni. Ventiquattro ore dopo le esternazioni del sindaco di Nardò Pippi Mellone che ha invocato la pena di morte per l’omicida della povera Giulia Cecchettin, uccisa brutalmente dal suo ex fidanzato Fillippo Turetta, ora arriva la risposta, sdegnata per certi versi, di rappresentanti istituzionali, politici e della cosiddetta società civile. Ma cosa avea detto il primo cittadino? “Io penso che vadano riaperti i manicomi perché le strade sono piene di pazzi autentici e, per dar retta ai perbenisti, la povera gente piange lacrime amare. E penso pure che bisognerebbe riformulare l’educazione, insegnare e bla bla bla…. ma poi, di fronte a delitti efferati come questo – quando non c’è nessun dubbio sull’autore – io sono per la pena di morte. Pena di morte per i femminicidi e per ogni delitto simile. Ora e per sempre”.

Apriti cielo! Le critiche si sprecano. Caustico il commento del segretario provinciale di Sinistra Italiana Danilo Scorrano: “Invocare ulteriori violenze come la riapertura dei manicomi e la pena di morte, non solo non ha senso, ma dà il segno del degrado culturale in cui siamo precipitati. E’ gravissimo – aggiunge – che un rappresentante delle istituzioni, il sindaco della seconda città del Salento per popolosità, dimentichi che vive in uno stato, pur con tutte le sue contraddizioni, comunque, civile e democratico, in cui simili pratiche non sono ammesse per legge e fortunatamente fuori dai nostri ordinamenti da anni, da quando la resistenza antifascista ha ridato dignità all’Italia”.

Una replica alle esternazioni di Mellone giunge pure dal gruppo politico Collettiva, di area centrosinistra: “Sindaco, sulla barbarie dei femminicidi è meglio prevenire che curare. Quel che manca è la cultura dell’educazione alla sessualità e all’affetto, delle reti per il supporto delle donne in pericolo, dell’assistenza psicologica costante agli uomini a rischio, della protezione dei minori, di assistenza a livello lavorativo ed economico”. Critiche all’indirizzo di Mellone giungono pure dal centrodestra: “La nostra società – tuona il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Alberto Gatto – non ha bisogno di rispolverare la lex talionis né di regredire all’età della pietra, quando il sangue si lavava con il sangue e il reo puntio con la morte. La nostra società ha invece bisogno di istituzioni equilibrate, capaci di affrontare il male di vivere che affligge la nostra generazione e che spesso porta a un bivio: suicidio o violenza, e a volte a entrambi”.

 

 

 

 

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