Cronaca

Inchiesta turismo svenduto a Gallipoli: spunta il ruolo del carabiniere infedele

GALLIPOLI – Avrebbe abusato del suo ruolo di pubblico ufficiale, introducendosi abusivamente nel sistema informatico in dotazione alle forze dell’ordine e rivelando informazioni coperte dal segreto di ufficio. In cambio, Corrado Salvatore, luogotenente presso il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Lecce, avrebbe ottenuto  regali a base di pescato di pregio, la fruizione gratuita di stabilimenti balneari, pranzi e cene presso ristoranti rinomati e 5000 euro in contanti.

Dalle carte relative all’inchiesta della Guardia di Finanza sullo scambio di favori tra imprenditori turistici gallipolini e funzionari pubblici, emerge il ruolo chiave del presunto carabiniere infedele, indagato a piede libero e precedentemente in servizio presso la Compagnia di Gallipoli.

Il militare – stando alle parole degli inquirenti – avrebbe “totalmente asservito la sua funzione agli interessi di Cesario Faiulo ed Emanuele Piccinno”, accusati di essere gli dei ex machina di questa presunta rete di rapporti illeciti, e ristretti adesso agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, con le accuse di associazione per delinquere e reati edilizi ed ambientali.
In questo maturato contesto di do ut des, il carabiniere avrebbe infatti garantito ai due imprenditori il controllo dell’amministrazione della giustizia, attivandosi stabilmente per carpire informazioni riservate, in merito ai procedimenti penali e alle indagini in corso a loro carico.

Grazie a frequenti accessi abusivi ai sistemi informatici in dotazione al suo ufficio e alle banche dati del Ministero dell’Interno, il militare avrebbe messo al corrente Cesario Faiulo dei controlli da parte della polizia sul suo stabilimento balneare/discoteca Ten, riuscendo perfino ad individuare e a comunicargli il nome della persona che aveva sporto denuncia per truffa nei suoi confronti, relativamente alla vendita di una unità immobiliare del suo residence “Villa Bella”.
Nell’ambito di questo “sinallagma corruttivo – come è stato definito dagli inquirenti – che avvince Corrado a Faiulo”, Emanuele Piccinno avrebbe rivestito il ruolo di mediatore e intermediario.

Al carabiniere, accusato dei reati di corruzione, accesso abusivo a sistema informatico e rivelazione di segreto d’ufficio, è stata applicata la misura cautelare della sospensione dell’esercizio dell’ufficio di pubblico ufficiale per la durata di un anno, nonché quella del divieto di dimora nel Comune di Gallipoli.

Giorgia Durante

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