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Salvemini: il mio lavoro non si ferma. Ma il centrodestra attacca e invoca l’unità

LECCE – Da una parte una d’ufficio del sindaco. Dall’altra un attacco frontale all’indirizzo del primo cittadino. Il sondaggio pubblicato dal Sole24Ore sul gradimento dei siudnaci che ha collocato Salvmeini al penultimo gradino innesca reazioni a catena.

Salvemini non si scompone più di tanto, ma avverte: “I sondaggi sul gradimento degli amministratori fissano un momento. Non anticipano il futuro, fotografano semmai l’esistente. In questi anni abbiamo visto sindaci e governatori dati in coda alle classifiche che alle elezioni successive sono stati rieletti. E viceversa”.
“Chi vince festeggia, chi perde impara – ha aggiunto il primo cittadino leccese – Vuol dire essere più presente di quanto sinora mi sia stato possibile nelle strade e nelle piazze a incontrare i leccesi. Il mio lavoro, dunque, non si ferma”.

Sull’altra sponda l’occasione è ghiotta per sferrare un j’accuse al sindaco di Lecce: “Carlo cosa succede? Ti candiderai nel 2024? A giudicare dalla classifica sul gradimento dei sindaci italiani sarebbe meglio (almeno per la città) di no”, afferma con una bujona dose di sarcasmo il consigliere di Io Sud Gianpaolo Scorrano che poi elenca il lungo chaier des doleances che avrebbe caratterizzato i sei anni di amministrazione Salvemini. Caustico anche il capogruppo di Fratelli d’Italia Roberto Giordano Anguilla: “Carlo Salvemini arriva 87esimo su 88 partecipanti nella classifica di gradimento dei Sindaci italiani. Consoliamoci, poteva andare peggio”.

Nulla da meraviglarsi, secondo Savino Vantaggiato del coordinamento del Movimento Regione Salento: “Il malcontento in città è una costante crescente in ogni ambito. Sarebbe superfluo, inutile e persino crudele tornare ad infierire elencando  tutto ciò che non va ed è sotto gli occhi di tutti ormai da troppo tempo. Salvemini guida “un’amministrazione a senso unico, priva della minima forma di dialogo, preclusa addirittura ai suoi stessi alleati e sostenitori”. Ma Vantaggiato guarda avanti. Fra meno di un anno, infatti, a Lecce si tornerà alle urne. “I corsi e ricorsi storici devono far riflettere un centrodestra ancora privo della capacità di esprimere in forma coesa una figura non dico carismatica ma quanto meno “fascinosa” e capace  da candidare a primo cittadino. Basta regalare la città al centrosinistra che ha saputo approfittare delle miopie  del centro destra e della incapacità di quest’ultima a marciare su binari realmente unitari ed al netto delle aspettative individualistiche di ciascuno”. Insomma, prudenza. Occorre lavorare sodo.

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