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Centrosinistra e bagarre Primarie: “Reali e partecipate o niente”

Palazzo Carafa Lecce casa senzatetto Sesia

LECCE 2024 – Giochiamo a carte scoperte e se di primarie dobbiamo parlare, che siano serie, partecipate e credibili. È il punto di vista espresso all’unisono da Azione, Italia Viva e PSI, dopo la chiamata a raccolta del centrosinistra leccese di venerdì scorso.

L’obiettivo era quello di fare quadrato e confrontarsi in vista delle amministrative 2024, fronteggiando un Centrodestra in crescita, in un momento in cui nel Centrosinistra si fatica a tenere salda l’unità.

Assodata la volontà di ricandidarsi dell’uscente Salvemini, quest’utimo si è detto comunque aperto all’ipotesi Primarie, laddove la coalizione le ritenesse necessarie. Valutato poi lo spessore dell’avversario, il sindaco si riserverebbe però di tirarsi indietro.

Il tavolo si è concluso con una fumata grigia, senza fughe in avanti, ma nei giorni a venire ha partorito le prime reazioni.

Puglia Popolare, a titolo di esempio, ha citato un binomio-tipo che renderebbe le primarie credibili: “quello Salvemini – Delli Noci” ha detto. L’assessore regionale, dal canto suo, ha specificato però di aver intrapreso un altro percorso politico, assumendo impegni che intende portare avanti nel parlamentino pugliese. Ma prima ancora di questa valutazione personale, ce n’è un’altra che fuga ogni dubbio: per Delli Noci – lo dice a chiare lettere – il candidato per Lecce 2024 è Carlo Salvemini. Non uno sfidante, ma – al contrario – il nome in corsa che è pronto a sostenere.

Gigi Valente, capogruppo consiliare di Puglia popolare, a proposito di questo dice: “abbiamo fatto il suo nome per dare un’idea di confronto serio e di metodo credibile, ma tanti altri ce ne sarebbero. Il nostro principio resta questo: a Primarie farlocche noi non parteciperemo”.

Per Marco Potì, coordinatore del PSI, la parola d’ordine è realismo: “non possiamo nascondere un malcontento della cittadinanza verso la figura di Carlo Salvemini, più sui modi che sui temi. Le primarie dovranno essere vere – rimarca – altrimenti non serviranno a nulla, piuttosto occorrerà ragionare su un’ alleanza allargata”

“Non un esercizio sterile o una supplenza di classe dirigente – gli fa eco Paolo Greco, coordinatore provinciale di Azione – ma primarie competitive e partecipate: solo a queste diremmo sì. Andrebbe aperta in primis una riflessione su quelle scelte che sono state una scommessa politica che oggi non appare vincente”.
Per Massimo Toma, coordinatore provinciale di Italia Viva “occorrerà dunque aggiornare nuovamente il tavolo del centrosinistra, anzitutto dopo aver ascoltato la base in seno ad ogni partito”.

E.F.

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