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Come cambiare fornitore di energia: consigli utili

Negli ultimi mesi le famiglie italiane hanno dovuto fare i conti con un progressivo ma inesorabile aumento generale dei costi dell’energia. Non a caso in tantissimi cercano modi utili per poter ridurre il costo delle bollette. In genere è possibile risparmiare modificando le proprie abitudini, ad esempio spegnendo le luci negli ambienti dove non c’è nessuno, usare poche volte gli elettrodomestici ecc., tuttavia, un metodo semplice ed efficace per abbattere i costi può essere il cambiare fornitore. 

Come trovare il fornitore di energia elettrica?

Trovare il nuovo fornitore di energia potrebbe non essere semplice, perché bisogna analizzare con attenzione le diverse condizioni contrattuali e i costi applicati. Non bisogna sottovalutare, inoltre, le opinioni sulle offerte di Iren o sugli altri operatori che si trovano in rete. In questo modo, infatti, è possibile valutare l’affidabilità di ogni fornitore e soprattutto la tempestività del servizio clienti.

Quali documenti servono per cambiare fornitore?

Per cambiare fornitore di energia elettrica è necessario avere a portata di mano alcuni documenti. In primo luogo, i documenti di identità del sottoscrittore del contratto, in corso di validità, ed il codice fiscale. Inoltre, serve la bolletta del precedente fornitore, così da recuperare alcuni dati. Ad esempio, è necessario comunicare al nuovo fornitore il POD (point of delivery), cioè un codice composto da lettere e numeri che identifica il punto fisico di collegamento tra la rete di distribuzione e l’abitazione dove è attiva la fornitura. Il POD è indicato da 14 o 15 caratteri e inizia con le lettere IT. Si può trovare tra i dati tecnici della bolletta, in genere tra i “dati fornitura”.  Infine, per procedere al cambio operatore, occorre il codice IBAN di un conto corrente intestato al sottoscrittore del contratto per la domiciliazione delle bollette, anche se di solito è possibile cambiare questa impostazione dopo l’attivazione del contratto.

 Quali sono i costi per cambiare operatore luce?

Cambiare fornitore di energia elettrica richiede alcuni costi. Se si ha intenzione di attivare un contratto nel mercato tutelato, è richiesto il pagamento delle imposte di bollo pari a 16 euro e il versamento di un deposito cauzionale, che verrà restituito al cliente in caso di cessazione del contratto entro 30 giorni. Invece, scegliendo un fornitore del mercato libero, potrebbero essere applicati costi più alti. L’Autorità ha stabilito che gli operatori possono richiedere fino a 25 euro per i consumi fino ad un massimo di 500 metri cubi annuali e fino a 77 euro per i consumi fino a 5.000 metri cubi all’anno. Per quanto concerne il deposito cauzionale, può essere richiesto solo per i contratti che prevedono 11, 5 KW di potenza. I fornitori possono richiedere il pagamento di tali somme in un’unica soluzione oppure rateizzarle in bolletta. Invece, non possono essere richiesti anticipi sui consumi.

Quali sono i tempi per cambiare fornitore?

Cambiare operatore di energia elettrica, per le forniture domestiche, richiede circa un mese. Questo lasso di tempo viene conteggiato dalla sottoscrizione del contratto con il nuovo fornitore. Prima del passaggio effettivo al nuovo operatore, i tecnici incaricati effettuano una prima lettura del contatore, così da trasmettere i dati al vecchio fornitore e consentire l’invio della bolletta con il conguaglio da pagare. Successivamente, le bollette saranno emesse direttamente dal nuovo fornitore di energia elettrica.

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