LECCE – Per aver falsamente accusato un medico chirurgo di una clinica leccese di averlo operato arbitrariamente in anestesia totale e senza aver mai firmato di proprio pugno il consenso informato previsto in questi casi, un 69enne di San Cesario è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione.
Non solo: per l’uomo è scatatta anche la condanna al risarcimento danni in favore del medico chirurgo vittima di calunnie, colui che aveva coordinato e condotto l’intervento.
Quest’ultimo si è costituito parte civile, difeso dall’avvocato Davide Pastore.
La sentenza è stata emessa nelle scorse ore dalla giudice della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce, Francesca Mariano. I fatti risalgono al 2017, quando l’uomo si sottopose ad un intervento di rimozione di un’ernia inguinale in un clinica del territorio.
Rinviato a giudizio nel 2020, il paziente nelle successive udienze ha continuato a dichiarare che la firma in calce al consenso informato, a fini dell’intervento medico, non fosse sua. Nono solo: ha dichiarato anche che, contrariamente alla concordata anestesia locale, fosse stato sottoposto a quella totale.
Gli accertamenti condotti alla luce delle sue dichiarazioni hanno però sconfessato le accuse. Nelle scorse ore è arrivata dunque la condanna per “condotte notevolmente lesive – si legge nella sentenza – tenute per incolpare falsamente un medico, che aveva operato bene, di una condotta illecita mai tenuta”.
E.Fio