Ecco un esempio lampante di quello che denuncio da sempre: la iniqua disparità di finanziamenti e vantaggi fra città metropolitane e province, figlia di quella sciagurata legge Delrio che ha spogliato le province di competenze e risorse materiali e umane, fino a ridurle all’immobilismo.
Perché riservare alle sole città metropolitane i mezzi per poter raggiungere gli obiettivi di innovazione e sviluppo previsti dall’Agenda Urbana europea? Perché escludere i cittadini delle province periferiche, già penalizzati da infrastrutture deficitarie e servizi di serie B, sudditi alla corte delle città metropolitane che fanno da asso pigliatutto e continuano a progredire, lasciando indietro le altre? Le politiche europee – e i fondi che le finanziano – dovrebbero servire a colmare i divari fra territori, e non a scavare solchi sempre più profondi.
Nel caso del Pon Metro parliamo di quasi 600 milioni di euro tra fondi Fesr e Fse, a cui se ne aggiungono 300 di cofinanziamento nazionale. Una torta divisa in sole 14 fette, mentre i territori periferici restano a bocca asciutta. A questa distorsione è arrivato il momento di porre un argine ed anzi un freno, rimettendo in equilibrio politiche strabiche ed inique”.