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‘Ndrangheta in Piemonte: irrevocabile confisca da 4 mln a commercialista. I beni anche a Lecce

LECCE – Si chiama “Pioneer” l’inchiesta contro una diramazione piemontese della ‘ndrangheta. Nell’ambito del procedimento, è ora diventata irrevocabile la confisca di beni per oltre 4 milioni di euro nei confronti di un commercialista di Torino ritenuto coinvolto negli affari della criminalità organizzata calabrese. E alcuni di questi beni si trovano a Lecce. Le indagini sono della Dia del capoluogo piemontese. La Cassazione ha dichiarato inammissibili gli ultimi ricorsi presentati dalla difesa. Il professionista era stato arrestato insieme a due esponenti di spicco della cosca Spagnolo di Ciminà (Reggio Calabria) operante in Piemonte, nell`ambito, appunto, dell`operazione Pioneer. Secondo gli accertamenti della Direzione investigativa antimafia, l’uomo avrebbe “creato sistemi di interposizione fittizia nella proprietà di beni e imprese a favore di esponenti di consorterie mafiose e a proprio beneficio”, ovvero avrebbe fatto apparire un soggetto come possessore di un reddito, quando in realtà il vero titolare è un altro; inoltre si sarebbe occupato dell`organizzazione di schemi per organizzare sistemi criminali per la commissione di reati tributari, come l`emissione di fatture per operazioni inesistenti tra società collegate”. Tra il materiale confiscato in via definitiva e acquisito nel patrimonio dello Stato, vi sono due aziende ubicate in provincia di Torino e Lecce, quote di diverse società, 9 rapporti finanziari, 36 beni immobili ubicati nelle province di Torino, Aosta, Savona, Vibo Valentia e Lecce. È diventata irrevocabile, sempre per decisione della Cassazione, anche l`applicazione della sorveglianza speciale per quattro anni.

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