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Lecce, la crescita è lenta e non soddisfacente

LECCE – Tre partite prima della sosta per i Mondiali in Qatar, tre gare per capire se questo Lecce riuscirà a svoltare sia pure contro avversari più quotati, Udinese e Atalanta, e contro la Sampdoria che sta cercando di riemergere dai bassifondi della classifica. Anche la partita contro la Juventus induce a delle riflessioni sulla crescita di questa squadra. Contro la Juventus, che non si presentava certamente nella sua formazione titolare, la squadra di Baroni non è riuscita a esprimersi offensivamente come in altre occasioni quando, comunque, non ha raccolto per quanto prodotto.

Contro la Juventus il Lecce sembrava potesse  indirizzare la partita in un certo modo: dopo 29 minuti sul taccuino dell’arbitro erano finiti quattro giocatori della Juventus, ma la squadra di Allegri anziché cadere è rimasta in piedi e via via ha preso in mano il pallino del gioco.

Il Lecce, invece, come in altre occasioni ha perso metri importanti dalla porta avversaria non riuscendo più a cucire una manovra interessante.

Il problema è sempre la fase offensiva. Peggio dei giallorossi ha fatto solo la Sampdoria con sei gol all’attivo. Una manovra, quella offensiva, alla quale devono contribuire anche centrocampisti e difensori con licenza di offendere. Un problema di manovra, dunque. Di movimenti. Non un dettaglio qualunque.

Tra la Serie A e la Serie B le differenze sono abissali. Nella passata stagione c’era un calciatore, Coda, in grado di far salire la squadra e spesso a ispirare la manovra offensiva. Oggi Strefezza non basta e Banda e Ceesay hanno ancora bisogno di tempo per crescere. Per non parlare dei centrocampisti interni ancora poco collaborativi e incisivi negli ultimi metri.

Baroni deve trovare altre soluzioni e altri interpreti magari sfumando da un modulo, il 4-3-3, che evidentemente è troppo prevedibile e inefficiente, almeno in questo momento.

Il rischio è di entrare in un tunnel di sfiducia. Perché l’assenza di risultati spesso porta a questo. Bisogna fare di più. Adesso tocca a Baroni. Poi, o subito, alla società. Durante il mercato invernale. Per rinforzare la rosa con qualche elemento che sappia garantire maggiore temperamento alla squadra.

Intanto, si può fare di più.

 

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