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Inchiesta Sanità, politica & favori: l’ex dg Asl Rollo interdetto per un anno dai pubblici uffici

LECCE – A tre mesi dal suo interrogatorio, la Gip del Tribunale di Lecce Simona Panzera ha deciso: l’ex Dg della Asl leccese Rodolfo Rollo è intereddetto dai pubblici uffici per un anno. Rollo – dopo essere finito nell’inchiesta sul presunto scambio di favori tra politica e sanità, confluito in arresti eccellenti – aveva rassegnato in via preventiva le dimissioni da direttore generale dell’azienda sanitaria. Attualmente ricopriva il ruolo di direttore del distretto Asl.

La Procura, dopo averlo ascoltato per circa tre ore il 12 luglio scorso, ha inteso ulteriormente approfondire la sua posizione, riservandosi di emettere un’eventuale misura restrittiva a suo carico, che adesso è arrivata. Il provvedimento, nelle scorse ore, è stato eseguito dai militari della Guardia di Finanza. Il legale difensore di Rollo, l’avvocato Massimo Manfreda, intanto preannuncia: “siamo pronti ad impugnarlo”.

L’ipotesi di reato, lo ricordiamo, è di corruzione: per il potenziamento del servizio di dialisi accreditato da Asl e Regione nell’ospedale “Panico” di Tricase, Rollo – secondo l’accusa – avrebbe ottenuto in cambio l’assunzione del figlio in quel nosocomio. Accuse che l’ex dg ha sempre rigettato. Quest’operazione, sempre secondo gli inquirenti, vedrebbe coinvolti anche l’allora assessore regionale al Welfare Totò Ruggeri (tutt’ora ai domiciliari) e Suor Margherita Bramato, in qualità di legale rappresentante dell’ente ecclesiastico Cardinale Panico di Tricase, indagata a piede a libero. Ruggeri, stando alle carte dell’inchiesta, avrebbe fatto da intermediario tra Rollo e la Bramato, prodigandosi a velocizzare la pratica in Regione. Ottenuta la delibera del dg Rollo, Suor Margherita – circa due mesi dopo – avrebbe assunto a tempo pieno e determinato suo figlio.

La maxi operazione delle Fiamme gialle idruntine risalente al 7 luglio scorso si è tradotta in un terremoto giudiziario, focalizzando l’attenzione su voto di scambio, concorsi pubblici pilotati, strette di mano tra politica, sanità e imprenditoria locale a scopi personalistici. Le ipotesi di reato di cui gli indagati rispondono, a vario titolo, sono di corruzione, traffico di influenze illecite e falso ideologico commesso dal pubblico ufficiale in atti pubblici.

E.F.

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