BRINDISI – Le vicende politiche nazionali dovrebbero indurre anche i rappresentanti delle periferie del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico ad avviare proficue forme di dialogo per evitare una totale emarginazione dal governo delle città e delle regioni.
Nella città di Brindisi per quasi quattro anni i due rappresentanti dei penta stellati hanno svolto una azione di totale opposizione al governo-Rossi. Poi si sono dimessi e chi è subentrato ha avviato, invece, una collaborazione consiliare con l’attuale maggioranza. Il che non significa, ovviamente, che si debba andare in questa direzione, tanto più perché gli uomini forti di Giuseppe Conte si trovano in altri ruoli ed il riferimento è all’avvocato Roberto Fusco, candidato nel collegio uninominale del Senato ed al preside Salvatore Giuliano, candidato nel collegio uninominale della Camera. Entrambi hanno ottenuto un ottimo risultato, portando i 5 stelle ad essere il primo partito di Brindisi.
Ebbene, prima del test elettorale del 25 settembre il Partito Democratico aveva fatto intendere che c’erano margini per una intesa, ma che il candidato sindaco era l’uscente Riccardo Rossi. E’ evidente che, sulla base dei risultati ottenuti, non potrà essere il PD ad imporre delle regole, bensì si dovrà eventualmente giungere a soluzioni condivise che, ovviamente, non vanno nella direzione di una riconferma del sindaco in carica. Certo, potrebbe accadere che l’accordo venga calato dall’alto, ma è difficile che i dirigenti locali accettino soluzioni che non passino verso un dibattito approfondito sulle soluzioni che potrebbero portare un eventuale schieramento unito a contrastare il centro destra e quindi ad eleggere il nuovo sindaco di Brindisi.
Insomma, la partita è appena iniziata ed all’orizzonte – a dire il vero – non si intravedono margini per un accordo. Un motivo in più per immaginare che saranno davvero tanti i candidati sindaci che si contenderanno la poltrona di primo cittadino di Brindisi nella prossima primavera.
Mimmo Consales
