Politica

Movida, avanti tutta sull’ordinanza. Opposizioni all’attacco

LECCE – L’ordinanza non si tocca. Nemmeno per idea. Carlo Salvemini non porge l’altra guancia alle opposizioni e ribadisce la bontà del provvedimento con il quale ha deciso di imporre lo stop alla musica a mezzanotte e la chiusura dei locali alle 2 di notte all’interno del centro storico e della zona moderna della città. Il sindaco di Lecce ha ripercorso l’iter che ha generato l’ordinanza facendo cenno alle criticità poste dal Questore di Lecce rispetto ad alcune criticità “in aree circoscritte e in determinate ore notturne” Dall’altro – ha aggiunto il primo cittadino leccese – era necessario mettere mano ad una situazione di conflitto urbano tra residenti e frequentatori movida con sottolineature legate alla difficoltà di garantire tranquillità alla quiete pubblica assicurando il riposo notturno: questa ordinanza non proibisce ma regolamenta, ha chiosato Salvemini. E soprattutto non modifica vocazione turistica garantendo orari di fruizione della città perfettamente allineati agli standard di città con queste caratteristiche”. Rassicurazioni che non sono riuscite a convincere i consigliere di opposizione.

L’incapacità di questa Amministrazione di garantire adeguati presidi polizia locale non può essere fatta pagare alle attività commerciali”, ha tuonato Andrea Pasquino di Congedo Sindaco il quale ha ricordato che dopo una settimana dall’entrata in vigore del provvedimento commercianti ed esercenti avrebbero già subito un calo del 20 per cento degli affari. C’0è di più: “Lecce – ha aggiunto – è l’unica città che ha limitato gli orari di chiusura. La verità è che si è voluto andare oltre il regolamento per punire le attività commerciali con restrizioni”.

Una serie di motivazioni che hanno indotto i proponenti a chiedere di trasformare l’interpellanza in un ordine del giorno. Un tentativo politico di far uscire allo scoperto eventuali distinguo all’interno della maggioranza. Tentativo andato miseramente a vuoto per l’ostruzionismo dei fedelissimi di Salvemini che si sono opposti alla richiesta. Primo fra tutti Gabriele Molendini di Lecce Città Pubblica che ha tirato in ballo una pregiudiziale citando l’articolo 560 del Tuel, il testo unico sugli enti locali: “L’ordinanza del sindaco non può essere oggetto di un ordine del giorno”. Apriti cielo! A quel punto è scoppiata la bagarre in aula: “Ci è stata impedita la votazione dell’ordine del giorno. E’ una vergogna: siamo in dittatura, ha urlato Roberto Giordano Anguilla di Fratelli d’Italia il quale ha abbandonato l’aula in segno di protesta con i suoi colleghi di minoranza. L’ordinanza resterà in vigore fino al prossimo 30 settembre.

 

https://www.youtube.com/watch?v=ZplWI6n8EOo

 

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