Ambiente

Eolico offshore, il Consiglio non si oppone e tradisce il Salento

BARI – Dopo sette rinvii, ad un passo dal voto, anche questa volta il Consiglio regionale pugliese preferisce non esprimersi sul progetto del mega impianto eolico off shore nel Canale d’Otranto. Su proposta del capogruppo del Pd, Filippo Caracciolo, la mozione presentata dal presidente de La Puglia Domani, Paolo Pagliaro, per dire no al progetto, è stata cancellata.

Questi i fatti. Il punto d’incontro che pareva aver messo tutti d’accordo lo si è trovato presto. Il proponente della mozione, Pagliaro,  l’assessore allo Sviluppo Economico, Alessandro Delli Noci, sentita anche l’assessora all’Ambiente Anna Grazia Maraschio, hanno predisposto un emendamento che bocciava in modo netto l’eolico nel canale d’Otranto e, di piĂą, estendeva la contrarietĂ  ad altri eventuali impianti dal così alto impatto ambientale nelle zone della Puglia piĂą pregiate dal punto di vista paesaggistico. Delli Noci, a quel punto, raccolti i pareri banco per banco di centrosinistra e centrodestra, ha iniziato a predisporre l’emendamento in forma scritta chiedendo 15 minuti di tempo all’aula. E tanto è bastato per il caos.

Si è deciso, intanto, dunque, di scorrere l’ordine del giorno e di approvare la mozione successiva, quella che in materia di rinnovabili, chiede che venga assicurato il coinvolgimento degli enti locali territoriali nell’individuazione degli impianti, chiarendo anche nel Piano energetico regionale la strategia per la pianificazione dell’energia verde.

Approvata all’unanimitĂ  la mozione che parla in linea generale della localizzazione degli impianti, al momento di tornare alla mozione sul progetto specifico che interessa lo specchio d’acqua tra Otranto e Castro, il democratico Campo ha preso la parola chiedendo, su proposta di Caracciolo, di cestinarla perchĂ© ritenuta inglobata nella precedente. A colpi di maggioranza, con la contrarietĂ  del centrodestra e l’astensione del pentastellato Galante, la mozione, alla fine, è stata affossata. A quel punto ne è scaturita una accesa polemica prima tra maggioranza e opposizione. Primo fra tutti il proponente Pagliaro che ha sollecitato l’aula a votare quella mozione, giacchĂ© aveva da tempo incassato il favore del governatore Emiliano – questa volta assente per covid – e degli assessori stessi che sin lì avevano anche lavorato all’emendamento congiunto, condannando però la proposta di Caracciolo nel merito e nel metodo. Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Ignazio Zullo, ha condannato le modalitĂ  scelte dalla maggioranza, perchĂ© – ha fatto notare – per garbo istituzionale quantomeno si sarebbe dovuto chiedere al proponente di ritirarla. “Arriviamo al punto di avere il sospetto – ha detto – che, se si sta da questa parte, effettivamente diventa difficile fare attività politica e che, per fare attività politica, si deve passare da quella parte”. Il capogruppo della Lega, Davide Bellomo, poi, ricordando la collaborazione istituzionale che c’è stata soprattutto quando si è retto da parte delle minoranze, il numero legale ha aggiunto: “Quello che ha fatto la maggioranza oggi è obiettivamente grave dal punto di vista dei comportamenti e della correttezza umana”.

I veri problemi sono emersi a seduta conclusa. E sono tutti interni alla maggioranza. Il punto è che il centrosinistra sul tema è spaccato. Ne è dimostrazione l’indicazione forte arrivata dal governo, prima con Emiliano poi con gli assessori, contrapposta al silenzio in aula della maggior parte dei consiglieri. PerchĂ©, e questo è il punto, votando sarebbe emersa la spaccatura nel centrosinistra sul tema, tra chi avrebbe votato contro il progetto del parco eolico e chi no. Ed è questo che si è tentato di nascondere. PerchĂ© – è il commento denti stretti nei corridoi del centrosinistra – se davvero quella mozione era semplicemente inglobata, votandola non si sarebbe fatto altro che ribadire il concetto della contrarietĂ  agli impianti impattanti. Ma ciò che bisognava evitare era proprio il voto. Ma non solo. PerchĂ© poi la polemica si è spostata tra una parte di consiglieri e lo stesso governo. I democratici Fabiano Amati, Paolo Campo, Michele Mazzarano, Ruggiero Mennea hanno puntato il dito sui colleghi salentini nella giunta: “Ci spiace l’assenza degli assessori salentini nel momento del voto sulla mozione generica in favore delle rinnovabili. Governare e assumere le decisioni, anche difficili, è soprattutto compito dei componenti della Giunta regionale, i quali non possono limitare il loro mandato al territorio di residenza o disertare gli appuntamenti quando le scelte rischiano di generare contrasti”.

I problemi tutti interni al centrosinistra, alla fine, sono emersi ugualmente, anche dopo aver affossato il voto sul progetto che riguarda la costa salentina.

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