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Tari 2021: non pagheranno bar, pizzerie, cinema e teatri. Riduzioni per negozi e librerie

LECCE- Il Consiglio comunale ha approvato  a maggioranza le tariffe Tari 2021, che determineranno gli importi della bolletta relativa al servizio di raccolta differenziata porta a porta dei rifiuti per utenze domestiche e non domestiche. Un adempimento al quale ogni anno l’assise è chiamata dopo la presentazione del Piano economico finanziario da parte del gestore, la validazione del Comune e la successiva approvazione dello stesso Pef da parte di Arera (Autorità di regolazione per Energia enti e reti). Le bollette saranno recapitate nelle prossime settimane alle abitazioni dei leccesi e potranno essere corrisposte in quattro rate (30 settembre, ottobre, novembre, dicembre) o in una singola rata entro il 30 settembre. Le tariffe relative alle utenze domestiche ricalcano quelle del 2020, dunque non è previsto alcun aumento.

Per ciò che attiene alle utenze non domestiche, per andare incontro alle attività economiche cittadine che hanno sofferto un calo d’affari per chiusure e riduzioni degli orari di apertura a causa dell’emergenza sanitaria l’amministrazione ha deciso una serie di riduzioni straordinarie della Tari, valevoli solo per il 2021, che andranno ad azzerare o diminuire gli importi da corrispondere. Una misura resa possibile dalle economie del Fondo per l’esercizio delle funzioni fondamentali degli enti locali 2021 trasferite dal Governo al Comune di Lecce.

In particolare, quest’anno non pagheranno la Tari (sia la quota fissa che la quota variabile) i cinema, i musei, i teatri, le discoteche.

Saranno esentati totalmente della quota variabile del tributo: biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto, impianti sportivi, attività espositive, autosaloni, alberghi, banchi di mercato beni durevoli, attività artigianali, parrucchieri, barbieri, estetiste, ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, pub, mense, birrerie, hamburgherie, bar, caffè, pasticcerie, bed and breakfast.

Beneficeranno di una riduzione del 19 per cento della quota variabile negozi di abbigliamento, calzatura, librerie, cartolerie, ferramenta, e altri beni durevoli, negozi particolari quali filatelia, tende e tessuti, tappeti, cappelli e ombrelli, antiquariato.

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