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Incendio ad Alimini, ancora fiamme. Chiusa la litoranea e canadair al lavoro

OTRANTO- I canadair hanno fatto la spola, su e giù, per i cieli di Otranto: si spera che l’acqua sia stata in grado di penetrare la fitta vegetazione e arrivare fino al suolo della pineta, perché, più degli alberi, è soprattutto quello a bruciare. Un velivolo in mattinata è arrivato da Palermo per affiancare quello che già dalla giornata di giovedì è giunto da Lamezia Terme. Decine di getti per tentare la bonifica definitiva e dar pace agli Alimini, dove da mercoledì i roghi vanno avanti: i focolai si spengono e si riaccendono, alimentati dal vento e dalla cenere calda. Nella tarda mattinata, è stato necessario anche l’impiego di una ruspa per farsi strada nella macchia e penetrare la boscaglia, per intervenire nel cuore dell’incendio: il fuoco ha colpito un pezzo di pineta non antropizzata, difficilmente accessibile. Il legno e le resine si sono trasformati in braci ardenti, sviluppando sia la combustione radente il suolo sia quella sotterranea, un fenomeno tipico degli incendi boschivi.

Le tante squadre dei vigili del fuoco – 14 quelle impiegate nella seconda giornata – hanno cercato di aggredire il grande rogo da più punti, anche, come detto, con l’impiego di un mezzo pesante, per aprirsi un varco. Durante la mattinata, per rendere più agevoli e sicure le operazioni è stato necessario anche chiudere al traffico la litoranea.

Indagini della Forestale sono in corso per capire come si sia sviluppato questo ennesimo scempio: il punto di innesco è solo uno, lungo la strada interna che porta ai villaggi della zona nord e non lungo la provinciale, dunque in un luogo non molto frequentato da vacanzieri. Non ci sono telecamere installate in zona, dove, ad ogni modo, non sono state trovate tracce di liquido infiammabile o bottigliette: questo significa che il rogo potrebbe essere stato innescato con un accendino oppure che è nato in maniera accidentale, anche da un mozzicone di sigaretta. Fortunatamente, il vento di tramontana ha risparmiato i villaggi turistici del comprensorio, ma è stato necessario correre ai ripari per evitare che le fiamme si propagassero fino alla Colonia Trieste e agli stabilimenti.

“E’ il primo incendio di questa stagione e per estensione e qualità dei paesaggi interessati è rilevante – dice il sindaco di Otranto, Pierpaolo Cariddi -. Ci è stato tolto un pezzo di macchia mediterranea tra le più incontaminate del comprensorio Alimini. La difficoltà a intervenire è legata proprio al contesto di piena naturalità che questa zona ancora manteneva”.

Il bilancio è provvisorio: tra i 20 e i 30 ettari di pineta e macchia mediterranea andati in fumo.

 

 

 

 

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