SALENTO/CALABRIA – Gli ulivi secchi estirpati riempiono i camion diretti in Calabria, per alimentare le centrali a biomasse, come quelle della provincia di Crotone. Tutto legittimo, ma il business non passa inosservato e pone sul tavolo interrogativi non da poco. A sollevarli ancora una volta è il Forum Ambiente e Salute di Lecce, dopo l’incendio doloso dei tronchi giĂ sradicati e pronti ad essere venduti nelle campagne di Copertino, qualche giorno fa.
“Dopo almeno sei anni dai primi sradicamenti praticati liberamente dagli agricoltori, e da quelli imposti a contrasto della batteriosi; dopo tre anni dall’espianto incentivato e ormai massivo di alcuni milioni di ulivi salentini, dei quali diverse migliaia monumentali e giĂ protetti e censiti dalla Regione, indigna – dicono dal Forum – assistere all’eradicazione senza che sia stato approntato un minimo piano di gestione e orientamento a vantaggio degli agricoltori. Indennizzati per l’espianto-reimpianto, sono stati abbandonati ad interessi extraregionali, soprattutto della Calabria, ad aziende che “offrono” il loro intervento incamerando a prezzi stracciati il legname”. Non si chiede di alimentare anche qui lo stesso business, visti anche gli impatti ambientali delle emissioni delle centrali a biomasse, ma si chiede ormai da tempo, invece, di aiutare la nascita di un distretto del legno per produzioni di valore artigianale-semindustriale e per la conservazione dei tronchi monumentali “che dovrebbero e possono essere preservati come tali, con opzioni e con modalitĂ differenti”.
“Di fatto il Salento – denunciano dal Comitato – viene “scippato” di una risorsa, degradata totalmente a combustibile”, sebbene giĂ il Decreto Bellanova abbia previsto risorse per il riutilizzo virtuoso del legno. Si chiede pertanto alla Regione di approntare almeno un progetto pilota in tale direzione, per attivare o favorire una filiera del legno di qualitĂ .