AttualitàEvidenza

Variante indiana: nel Leccese i casi salgono a 16

BARI – Salgono a 16 i casi di variante indiana nel Salento. Dopo i primi due casi individuati dall’Istituto Zooprofilattico di Puglia e Basilicata, è stato il laboratorio del Policlinico di Bari ad individuarne altri. Prima tre e poi a macchia d’olio il tracciamento ha consegnato i numeri più ampi.

I focolai, come detto, sono diversi ma sono tutti circoscritti. Prima è stata individuata una coppia di indiani rientrati a Lecce dal paese di origine. Il tampone positivo e la nazionalità dei due, ha portato il Dipartimento di prevenzione della Asl di Lecce ad attivare la sorveglianza, inviando i tamponi all’Istituto Zooprofilattico. Intanto, il tracciamento, ha individuato i contatti stretti dei due. I primi risultati ottenuti dai ricercatori di Putignano, hanno consegnato il quadro preciso: tra alcuni genomi di variante inglese, è comparsa quella indiana.

Poi il secondo focolaio: un’altra coppia rientrata dall’India a Nardò. I tamponi sono stati inviati questa volta al Policlinico di Bari che ha confermato i sospetti: è variante indiana.

A questi si è aggiunto un terzo caso, sempre a Nardò, colpito da variante indiana ma che non ha alcun contatto con l’altra coppia. Su questo si stanno concentrando gli esperti della Asl, cercando di capire se il contagio sia avvenuto altrove o nel focolaio di Lecce.

In tutto, tra i due focolai, il tracciamento riguarda una cinquantina di persone. Quasi la metà della comunità indiana presente in provincia di Lecce che, quindi, sarà sottoposta a sorveglianza. Ma un dato positivo, per ora, c’è: la variante non sembra diffusiva come quella inglese. Gli esperti lo hanno capito analizzando il lasso di tempo intercorso tra il viaggio di rientro dall’India, la comparsa dei sintomi e il numero di persone coinvolte. In più, e questo è un altro dato positivo, sono tutti paucisintomatici. Ora saranno i biologi dell’Istituto Zooprofilattico della sede di Foggia e del Policlinico ad isolare il virus ed effettuare i test: passaggio fondamentale per capire se la variante indiana sia più resistente agli anticorpi e quindi ai vaccini, rispetto alle altre già circolate.

Intanto il Policlinico ha individuato nel barese un’altra variante: la simil-nigeriana su un paziente straniero ricoverato con polmonite in un ospedale della provincia di Bari.

Articoli correlati

Troppi turisti, caos in città. I vigili: “traffico dalle dimensioni inedite”. E’ polemica

Redazione

Concessioni demaniali negate, i balneari: prossimo obiettivo tavolo tecnico a Roma

Redazione

Tundo, lavoratori senza stipendio: sit-in di protesta

Redazione

Eolico offshore, Bleve: “Ho incontrato Odra ribadendo un secco no, senza se e senza ma”

Redazione

“Nessuno ci ascolta”: commercianti costretti a chiudere

Redazione

Nuovo appuntamento con Controvento

Redazione