PUGLIA – Il primo weekend di febbraio è stato nero per ristoranti, bar, pizzerie e agriturismi pugliesi, con perdite calcolate in 12 milioni di euro.
Le chiusure imposte per tre settimane consecutive dalla zona arancione hanno avuto un effetto a valanga sull’agroalimentare: cali di ordini per prodotti come vino, olio, carne, pesce, frutta, verdura, salumi e formaggi. Con la sospensione di tutte le attività di ristorazione, che prevede la sola consegna a domicilio, e l’asporto sino alle ore 22, la spesa alimentare è tornata indietro di dieci anni, su valori del 2010 e i consumi alimentari dei pugliesi fanno segnare un calo del 10%.
Per il settore ristorazione, che coinvolge importanti segmenti economici, si può parlare di un vero e proprio crollo, con un fatturato, per circa 22 mila attività in Puglia, praticamente azzerato. Complessivamente nel 2020 -calcola Coldiretti Puglia- la ristorazione ha quasi dimezzato il fatturato (-48%) e gli agriturismi hanno vissuto un crack senza precedenti.
Solo i sostegni economici a fondo perduto in tempi strettissimi potrebbero salvare la situazione.