LECCE- “La realtà più amara: essere deluso da chi stimi onesto e che invece constati aver ceduto alla lusinga del consenso. I cittadini devono essere trattati allo stesso modo da una pubblica amministrazione”.
Chi sarà il destinatario dell’accusa pubblica? Per l’avvocato Mignone non si può tradire la propria onestà per il consenso, come a dire “c’è qualcuno che fa becero clientelismo a discapito dell’eguale trattamento che spetterebbe a tutti i cittadini”. Il post pubblicato sulla sua bacheca sembrerebbe proprio quello di un Presidente del consiglio di Lecce deluso, tanto da chiamare “disonesto” chi l’ha illuso: “sono deluso da chi stimavo onesto”, queste le sue parole. Con una certezza: quella del tradimento di un mandato che invece lo stesso Mignone, con queste parole, afferma qualcuno abbia fatto, prendendone atto e accusando di “aver ceduto alla lusinga del consenso”.
Tale atteggiamento, secondo Mignone lede il popolo. “I cittadini devono, ripeto devono, esser trattati tutti allo stesso modo -conclude infatti- da chi rappresenta la pubblica amministrazione”. Una vera denuncia non su eventuali storture che potrebbero esserci in politica, ma sulla consapevolezza di esser venuto a conoscenza di qualcosa di disonesto, operato da chi di sua conoscenza e ritenuto, inizialmente, onesto. Denuncerà pubblicamente il nome? Esporrà una regolare denuncia o sarà solo uno sfogo demagogico ed infondato ? Quest’ultima ipotesi apparirebbe poco reale, considerata l’evidenza pubblica che ha scelto di dare alla riflessione, soprattutto in qualità di Istituzione in carica e per questo con un senso di responsabilità che certamente non dovrebbe generare dubbi verso chiunque in questa fase sta amministrando il capoluogo leccese.
Se invece dovesse esser deluso da comportamenti di soggetti operanti in altre Istituzioni dovrebbe specificarlo, sempre per quei dubbi, dacchè lui stesso dovrebbe essere garante di una specifica assise amministrativa, quale il consiglio comunale di Lecce.
