BARI – L’ex assessore regionale Alfonso Pisicchio e suo fratello Enzo (detto Roberto) sono finiti ai domiciliari nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Bari per corruzione in relazione a tre appalti truccati. I reati contestati ad Alfonso Pisicchio e ad altre sei persone (una in carcere, 4 ai domiciliari, 2 destinatarie del divieto di esercitare le attività professionali per 12 mesi) sono corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione, truffa, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità materiale, turbata libertà degli incanti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Non è usuale che le misure cautelari vengano eseguite nel tardo pomeriggio. Probabilmente la Procura, cui spetta la decisione sull’esecuzione di un’ordinanza del gip, ha ritenuto che vi fosse pericolo di inquinamento delle prove dopo le dimissioni di Alfonso Pisicchio, che nelle scorse ore si era dimesso dalla guida dell’Arti, l’agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione, a poche settimane dalla nomina. Alfonso Pisicchio, leader di Senso civico, è politicamente vicino al governatore Michele Emiliano, di cui è stato assessore regionale nella scorsa legislatura.
In carcere è finito Cosimo Napoletano, ai domiciliari il dirigente comunale Francesco Catanese e l’imprenditore Giovanni Riefoli. Interdizione dall’attività professionale per Vincenzo Iannuzzi e Grazia Palmitessa.