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La Puglia è in zona arancione: ecco cosa si può e non si può fare dal 6 novembre

ROMA – La Puglia è ufficialmente in zona arancione, insieme alla Sicilia.

L’ufficialità, dopo una intera giornata di attese, è arrivata durante la conferenza stampa del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Ecco, dunque, cosa si potrà e non potrà fare:

  • Vietato circolare dalle 22 alle 5 salvo comprovati motivi di lavoro, salute e urgenze.
  • Vietato spostarsi in entrata e in uscita dalla regione e nei comuni diversi da quello di residenza tranne che per comprovati motivi di salute, lavoro e urgenze e per usufruire di servizi non garantiti nel territorio comunale. Si raccomanda di evitare spostamenti non necessari durante la giornata.
  • Chiusi bar, ristoranti 7 giorni su 7; l’asporto è consentito fino alle 22. Il servizio a domicilio non ha restrizioni.
  • Chiusi centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi ad eccezione di farmacie, parafarmacie, alimentari, tabacchi ed edicole.
  • Chiusi musei e mostre
  • Didattica a distanza per le scuole superori secondo grado (ma in Puglia sino al 24 è in vigore l’ordinanza della Regione).
  • Sospese tutte le prove preselettive in presenza per concorsi pubblici, privati, abilitazioni professionali. Consentite solo per settori medici, sanitari.
  • Trasporto pubblico consentito al 50% della capienza, tranne per i mezzi di trasporto scolastico.
  • Sospesi giochi, videogiochi, scommesse ovunque ubicati.
  • Chiusi piscine, palestre, teatri, cinema. Aperti centri sportivi
  • Sarà necessaria l’autocertificazione per le uscite dai confini regionali e comunali

“Dobbiamo necessariamente intervenire, in attesa di poter disporre di vaccini e terapie risolutive”.

Ventuno parametri, il piano “è la bussola” che “ci dice dove intervenire in modo mirato”, ha spiegato. Più circola il virus, meno tiene il sistema sanitario, più si interviene con durezza. Perché misure diversificate? Perché – ha proseguito – “intervenndo ovunque si ottiene duplice effetto negativo: da un lato misure non efficaci per le regioni a maggior rischio e dall’altro misure troppo restrittive per aree dove la situazione è meno grave”.

Le nuove misure entrano in vigore da venerdì 6 novembre, “ho voluto differire di un giorno” – ha spiegato il premier – per permettere a tutti di organizzare le proprie attività.

“E’ un percorso che dobbiamo percorrere insieme – ha concluso Conte – sorreggendoci l’un l’altro”.

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