Politica

Nicola Cesaria: “Mi candido presidente di Regione per dare voce agli ultimi”

Si corre sempre per vincere. Ma non per una vittoria personale che lo vedrebbe presidente di Regione, ma quella di un gruppo di cittadini che otterebbero la rappresentanza nel luogo dove si prendono le decisioni. Così Nicola Cesaria racconta il senso della sua candidatura alla Presidenza della Regione Puglia, sostenuto dalla lista Lavoro, Ambiente e Costituzione che racchiude Pci, Rifondazione Comunista e Risorgimento Socialista.

Il nostro obiettivo – spiega Cesaria – è quello di provare a rappresentare una parte. Tutti quanti raccontano, come televenditori, di risolvere i problemi complessi del Paese; noi vorremmo provare a difendere e rappresentare gli ultimi, i poveri, i proletari, come vogliamo li chiamiamo. Coloro i quali, stando all’attuale stato di cose, non hanno un lavoro, hanno un lavoro precario, un lavoro sfruttato. Il nostro obiettivo è questo”.

Il vicepresidente del Partito della Sinistra Europea, già ministro, Paolo Ferrero, durante l’incontro pubblico all’aperto tenuto dinnanzi al teatro Petruzzelli di Bari, ha spiegato i punti cardine del programma di Lavoro, Ambiente e Costituzione, e perché hanno voluto essere alternativi a centrosinistra e centrodestra: “Questi litigano in campagna elettorale ma quando si trovano a governare fanno le stesse cose – spiega Ferrero -. E allora noi pensiamo che c’è bisogno di una sinistra per fare delle cose semplici. Primo: far pagare di più i ricchi, non la povera gente. Ridurre le tasse sui lavoratori, sui pensionati, sui piccoli commercianti, sui piccoli artigiani e aumentarle sulle grandi ricchezze, quelle piene di miliardi. Secondo: bisogna sviluppare la sanità pubblica non quella privata. Terzo: la scuola, non bisogna dare i soldi alle private, bisogna far funzionare la scuola pubblica. Quindi – conclude Ferrero – bisogna fare queste cose come bisogna tagliare e togliere la legge Fornero, mandare la gente in pensione a 60 anni e far lavorare i giovani”.

Ed anche il candidato presidente, Cesaria, chiarisce perché non si rispecchiano nel centrosinistra attuale, provando a cambiare le cose dall’interno: “Perché ci abbiamo provato, abbiamo fatto negli ultimi 30 anni accordi di resistenza, accordi di programma, abbiamo eletto il presidente Vendola che faceva farte del nostro partito, abbiamo appoggiato Emiliano. Abbiamo provato a fare accordi con il centrosinistra sperando che le cose potessero cambiare. Dobbiamo trarre le conclusioni che, invece, non è stato possibile. Dobbiamo, quindi – aggiunge il professore – provare a invertire la rotta, ripartire daccapo. Negli ultimi 30 anni le aliquote fiscali sono passate la massima dal 72 percento al 43 percento e la minima dal 10 percento al 23. Cioè sono state abbassate le tasse per i ricchi e sono aumentate per i poveri, ecco questo non va bene. Noi – conclude – proviamo a ripartire partendo dal rappresentare gli ultimi di questa società”.

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