Cronaca

Carovigno, minacce e soldi per far votare l’attuale sindaco: arrestato 48enne

CAROVIGNO – Avrebbe minacciato o, viceversa pagato, gli elettori per favorire l’attuale sindaco di Carovigno, all’epoca candidato. La posizione di quest’ultimo, però, è ancora da chiarire ed è al vaglio degli inquirenti. Intanto con queste accuse, in mattinata, sono scattati i domiciliari per Andrea Saponaro, 48enne del posto.

L’arresto è stato eseguito dai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Brindisi. A condurre l’indagine la Direzione Distrettuale Antimafia.

Le accuse nei confronti dell’uomo sono di violenza o minaccia per costringere gli elettori a votare in favore di un candidato, che all’epoca (2 anni fa) sfidava il sindaco uscente, vittima a sua volta di un atto intimidatorio da cui le indagini hanno preso avvio.

Gli approfondimenti degli inquirenti sono infatti partiti nel dicembre 2017, quando una vettura di famiglia dell’allora sindaco Carmine Pasquale Brandi, fu avvolta dalle fiamme. Il rogo era di origine dolosa. I giorni successivi l’episodio ha consentito di raccogliere gravi indizi a carico di Saponaro, i cui interessi si sarebbero focalizzati sulla coalizione avversaria, facente capo al candidato sfidante di Brandi, successivamente eletto.

Saponaro fu individuato quale autore del rogo. Non solo. L’indagine ha fatto emergere anche gli interessi della criminalità locale nella gestione dell’area di parcheggio comunale limitrofa alla Riserva Naturale di Torre Guaceto, lungo la costa del Comune di Carovigno.

In quella occasione gli inquirenti appurarono come più indagati, oltre a Saponaro, esponenti della criminalità locale, in occasione delle stesse elezioni amministrative avevano promesso o consegnato somme di denaro (da 20 a 100 Euro) ai votanti, in altre occasioni li avrebbero invece minacciati, affinché esprimessero il loro voto in favore delle liste che sostenevano l’attuale Sindaco.

Contestualmente all’esecuzione della misura cautelare, è stata ordinata all’amministrazione in carica l’esibizione della documentazione comunale inerente la gestione dell’area parcheggi finita sotto la lente degli inquirenti.

Potrebbero essere questi documenti a confermare, o viceversa escludere, i rapporti tra il Comune e gli indagati.

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