Attualità

Lettera aperta alle istituzioni: “Salviamo le feste patronali”

LECCE – “Le Feste Patronali rappresentano il più alto momento di espressione della propria fede e devozione da parte dei cittadini, nonché, dal punto di vista civile, generano un indotto che interessa tante categorie ed industrie”. Scrivono questo, in una lettera aperta alle istituzioni, tutti i lavoratori dell’ “indotto feste patronali”, per chiedere interventi urgenti per la salvaguardia, appunto, delle feste.

Riuniti nell’associazione regionale dei comitati feste patronali di Puglia “Cellino Nicassio”, si rivolgono alla Conferenza Episcopale Pugliese, a Mons. Luigi Renna,

Presidente della Regione Puglia, al presidente della Regione, Michele Emiliano, all’assessore regionale alla Cultura, Loredana Capone, al presidente dell’Anci, Antonio De Caro e a tutti i sindaci della regione. Tra i firmatari c’è il “nostro” Lucio Mariano, di Mariano Light, azienda famosa nel mondo per le sue scenografie e sculture di luce.

“Non possiamo che provare grande rammarico in merito all’attuale situazione che stanno vivendo le Feste Patronali del nostro territorio pugliese -scrivono- L’aspetto religioso, al pari di quello civile, stanno vivendo fasi di grandi incertezze per quello che sarà il futuro dei riti e dei festeggiamenti del Santo Patrono di ogni città. Bande, fuochisti, aziende di luminarie, fiorai, ambulanti, giostrai, organizzatori di eventi, aziende di service audio/luci e a cascata tutti gli operatori facenti parte della catena produttiva, sono solo alcune delle realtà interessate dall’indotto economico sviluppato dalle Feste Patronali. Queste preoccupazioni si aggiungono anche alle altre problematiche storiche che, da anni, si vanno ribadendo nei convegni organizzati dalla nostra Associazione sulla tutela e valorizzazione delle Feste Patronali. L’emergenza sanitaria ha raso al suolo già i festeggiamenti del Santo Patrono in alcuni Comuni, mettendo a rischio la fattibilità e l’organizzazione delle Feste Patronali in programma da qui sino a fine anno.

Tra gli operatori del settore che hanno permesso, sino ad oggi, il tramandarsi della tradizione con il proprio lavoro, in primis bande, fuochisti e luminarie, è alto il rischio che possano trovarsi in condizioni in cui saranno costretti a ridimensionarsi o, in casi estremi che non auguriamo, a prendere importanti decisioni circa il futuro delle stesse. Con questa lettera aperta ci rivolgiamo a tutte le istituzioni, di ogni grado e colore politico, affinché venga presto messo sul tavolo della crisi emergenziale economica anche questo asset economico che sino ad oggi ci ha permesso di essere fieri delle nostre tradizioni e della nostra “pugliesità”. Servono risposte certe ed aiuti concreti per:

• gli operatori economici del settore su descritti;
• i Comitati Festa Patronale, visto che, da puri volontari, impegnati nella questua, non possono auspicarsi che aziende e cittadini riescano, dal giorno dopo la fine dell’emergenza (al momento ignota), a fornire i contributi idonei per la realizzazione religiosa e civile della Festa.

Ricordiamo, inoltre, che durante e/o al termine di ogni Festa Patronale, ciascun Comitato, dall’importo della questua, rilascia una quota destinato ad un atto di carità in favore di realtà che si occupano del sociale, in testimonianza dell’impatto sociale che gli stessi volontari hanno verso la propria comunità.

Consapevoli del momento di estrema difficoltà, rimaniamo fiduciosi di risposte concrete e di misure atte a risolvere le problematiche su descritte e rinnoviamo, nell’occasione, gli auguri di buon lavoro a tutte le Istituzioni coinvolte”.

Articoli correlati

Tempo di “B&B Day”, per una città da vivere

Redazione

Percorsi ciclopedonali e riqualificazione urbanistica a Surbo: ecco i progetti

Redazione

Festività 2020, nessuna limitazione solo a tavola: ora è corsa ai ripari

Redazione

Saldi, si cambia: la partenza posticipata al 24 luglio

Redazione

Al via le celebrazioni dei Santi Patroni. Su Telerama i vespri e il messaggio del vescovo Seccia

Redazione

Traffico e multe Lecce, Capoccia: in zona “Rosso e Nero” basterebbe una mini rotatoria

Redazione