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CoVid, primo caso a Lecce

LECCE – C’è il primo caso positivo al CoVid a Lecce. Lo conferma il sindaco, Carlo Salvemini, in un post in cui invita i cittadini a essere responsabili: “Quello che ora dobbiamo fare – insieme, tutti uniti – è comportarci come ci è stato chiesto per guadagnare tempo, alzare le trincee e rallentare l’impatto del contagio. Lo preciso nuovamente ora che è giunta notizia del primo caso positivo in città”.

Una donna, in un post su FaceBook, parla di suo marito come caso positivo. Loro sono i titolari di una pizzeria leccese molto frequentata e lei si sfoga raccontando di come abbiano trovato difficoltà nell’eseguire il tampone:

“Avendo già ascoltato diverse fandonie sul mio conto, sulla mia famiglia, e sulla nostra attività mi sento in dovere di raccontarvi la verità di come si sono svolte le cose e questa è l’unica piattaforma in questo momento che riesce a darci voce. Mio marito è ricoverato da questa notte al reparto infettivo di Galatina con una polmonite bilaterale interstiziale e un tampone positivo al Covid-19. Ha iniziato ad accusare la sera di domenica 8 marzo un forte raffreddore, mal di testa e una sensazione di debolezza, niente febbre. In via precauzionale siamo rimasti a casa, lasciando le attività in mano ai nostri fidatissimi dipendenti.
Da quel giorno, nonostante nulla lasciasse presagire, visto i sintomi esigui, quanto è accaduto, io e i miei famigliari non abbiamo MAI abbandonato il nostro domicilio né abbiamo avuto contatti con l’esterno.
Lunedì , i sintomi sono via via peggiorati, ( tosse secca e decimi di febbre). Faccio la trafila ai numeri preposti, di volta in volta, tutti ci dicono che non ci sono i presupposti per fare un tampone perché sembrerebbero sintomi influenzali..
Ancora chiamo il medico di famiglia, il telefono sempre spento, dopo ore risponde, dice di stare tranquilla, dice che sono ansiosa, io insisto dico ho due bambini, niente….
Arriva martedì ( ultimo giorno di lavoro del bar, la pizzeria che é un Ambiente differente era già chiusa da lunedi) i sintomi non erano gravi sempre gli stessi, sembrava un banale raffreddore. Ho chiesto a mia sorella che lavora con noi al bar ( persona di fiducia e responsabile in nostra assenza, che si occupa della gestione e non aveva mai avuto contatti con noi già da venerdì), (sentendomi abbandonata dal 118 dal mio medico di fiducia, presa dal panico perché ho visto mia figlia di un anno avere 38 e mezzo di febbre) , di andare in farmacia a comprare un saturimetro,avevamo tutti una buona ossigenazione. Potevo trovare rassicurazioni solo nella pediatra di mia figlia, una dottoressa precisa e scrupolosa a lei devo dire grazie se abbiamo preso in tempo la polmonite che tutti per telefono scambiavano per influenza.
Allora chiamo la dottoressa dico della bambina che era il primo giorno di febbre, vuole sapere come stiamo noi, dico che mio marito ha decimi e una brutta tosse secca, ma c’è ossigeno .
Mi chiede tutto, età peso. Mi dice che secondo lei ha molte probabilità di essere stato contagiato, la saturazione non esclude una polmonite in atto, chiama il 118 e fallo andare in ospedale.
Faccio così, chiamo di nuovo la trafila…. sono esausta, nessuno vuole, il118 dice che se non ha una crisi respiratoria non vengono, piango, mi dispero supplico che vengano, dico che ho due bambini. Dopo tanto arriva il 118, dice che l’ossigeno c’è e che la sintomatologia sembra da RAFFREDDORE, insisto….. Alla fine mi dicono.”sig.ra se non ce l’ha là glielo farà prendere la responsabilità é sua. Dico un attimo mi confronto con qualcuno, non possiamo aspettare decida, alla fine dico di Andare.
Ho pianto, perché avevo paura di aver fatto la scelta sbagliata.
Non avrei mai voluto avere ragione, nessuno mi ha ascoltato.
Purtroppo la tac sin dà subito ha confermato la polmonite e questa mattina é arrivato il risultato che é positivo. Immediatamente ho contattato tutti Dipendenti. Ora ho la febbre anche io e mia figlia.. Mio figlio il grande fortunatamente ancora no , siamo isolati, mi sento sola, il tampone ancora nulla.
Ci tengo a Precisare che negli ultimi due mesi non ci siamo mai spostati da Lecce e non abbiamo mai avuto nessun tipo di contatto Consapevole con gente Proveniente dalle zone rosse….Ora sento voci assurde non fondate, c’è una falla nel sistema, tutto é arrivato perché in Italia non funziona, e noi siamo anime alla gogna? È assurdo.
Vi invito, pertanto a desistere da pubblicare o diffondere dichiarazioni diffamatorie riguardanti la mia famiglia e la nostra attività, diversamente, saranno presi i singoli nominativi responsabili della diffusione diffamatoria e denunciati”.

 

 

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