LECCE – Ha dovuto ricorrere ad una precisazione sui suoi canali social per spiegare che no, non è in Senegal e non ha bisogno di un aiuto economico. E ancora no, non versa in cattive condizioni di salute.
Il giudice Roberto Tanisi, presidente della prima sezione penale del tribunale di Lecce , si è ritrovato in poche ore ad accogliere tantissime segnalazioni dei suoi colleghi di lavoro, amici e parenti. Hanno tutti ricevuto dalla sua mail richieste, a sua firma, di denaro e di aiuto. Mail che il giudice non ha mai scritto né inviato, ma frutto di un’operazione di hackeraggio subita. Operazioni ormai sempre più frequenti, a danno (per lo più) di rappresentanti delle Istituzioni.
“I soliti hacker hanno visitato il mio indirizzo di posta elettronica, inviando mail poco rassicuranti sulle mie condizioni di vita – scrive Tanisi – Si tratta di mail non inviate da me, frutto di hackeraggio, per cui mi scuso con tutti i destinatari”.
Considerato il suo ruolo istituzionale e i tantissimi contatti salvati nella mail, le missive elettroniche hanno da subito messo in allarme i destinatari, colti letteralmente alla sprovvista dal contenuto esposto in modo, per giunta, confidenziale.
“Spero che tu stia bene – si legge in una delle mail generate dall’hacker – Io non sto per niente bene, sto passando un brutto momento e ho bisogno di parlarti via e-mail perché non ho più il mio telefono”. Firmato “Roberto”.
Nulla di vero, chiaramente. Il Giudice ha già proceduto a denunciare tutto alla Polizia Postale.