Attualità

Migranti, chiudono i primi centri di accoglienza. Caritas contro il bando della Prefettura

LECCE- In provincia di Lecce iniziano a chiudere i primi Cas, cioè i centri di accoglienza straordinaria per i migranti. E questo perché i tre gestori più importanti hanno scelto di rinunciare a partecipare al bando della Prefettura, in chiara polemica con il decreto Sicurezza voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini.

In prima fila c’è la Caritas diocesana di Lecce, che per il tramite operativo dell’associazione Vento Nuovo negli ultimi tre anni ha gestito, su richiesta dell’ex prefetto Claudio Palomba, un centro di accoglienza diffuso nella città capoluogo, fino a 106 posti dislocati in diversi appartamenti presi in affitto e l’alloggio più grande presso l’Istituto terziario Cappuccini dell’Addolorata, sulla strada per Arnesano. In questi giorni, sia quest’ultimo che cinque abitazioni hanno già chiuso i battenti.

Lo stesso hanno fatto altri due gestori, Arci e cooperativa Rinascita, che hanno finora coperto la più grande fetta di fabbisogno. A fronte del bando di 600 posti, poi di fatto ampliati a 900, a Rinascita ne erano stati assegnati 150 e ad Arci 278. Assieme ai 107 assegnati a Vento Nuovo, si è arrivati così a 535 posti coperti sui 600 richiesti dalla Prefettura per la prima accoglienza nel Leccese. Ecco perché per il nuovo bando, anche questo da 600 posti, ci saranno inevitabilmente ripercussioni. Le buste saranno aperte nei prossimi giorni e solo allora si capirà meglio. Nel frattempo, si diceva, si inizia a sgomberare non poche strutture. Il Cas di Castiglione d’Otranto, ad esempio, uno dei più grandi, è stato dismesso il 30 aprile, data fino alla quale è stato prorogato il precedente bando in scadenza al 31 dicembre.

Le tre realtà che, come avevano preannunciato, si sono rifiutate di esserci additano le modalità con cui il Viminale si è mosso. La riduzione da 34 a 21 euro al giorno, come contributo ai gestori da riconoscersi per ogni migrante, porta allo sforbiciata sui servizi di inclusione e integrazione: corsi di lingua italiana, ad esempio, oppure orientamento al lavoro, sostegno psicologico.

Non ci ridurremo a fare gli albergatori”, dice don Attilio Mesagne, direttore della Caritas diocesana di Lecce, che al pari di molte altre del Sud Italia ha voluto lanciare un segnale forte al governo. Dunque, la Caritas farà altro: accoglienza di Chiesa, gratuita. La linea futura è chiara: oltre ai 50 posti letto delle strutture già gestite dalla Caritas leccese per i senzatetto, verrà mantenuta una parte degli appartamenti, che Vento Nuovo nei prossimi mesi, lavorando con progetti della Caritas Italiana, conta di poter impiegare per i corridoi umanitari, gestiti con molti meno denaro perché con più volontariato.

“Non è infatti una questione di soldi – specifica Carlo Mazzotta, il diacono a capo di Vento Nuovo – perché a quel punto avremmo accettato i 21 euro. E’ l’atteggiamento che è cambiato e non ci piace: non c’è umanità all’interno del bando prefettizio. Preferiamo allora andare avanti in modo diverso, sganciandoci dalla Prefettura e gestendo l’accoglienza come la immaginiamo noi”.

 

t.c.

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