GALLIPOLI- Il corpicino era avvolto in un sacco nero, coperto da terra e da un cumulo di pietre ed era già in avanzato stato di decomposizione. Quando è stato ritrovato, durante i lavori di manutenzione del giardino, nel giorno di Santo Stefano, i sospetti si sono subito concentrati su di lei. E ora una badante moldava, attualmente residente in un paese vicino a Gallipoli, è indagata per infanticidio ed occultamento di cadavere: avrebbe sepolto il figlioletto morto nel giardino della villetta in cui ha prestato servizio fino alla fine dello scorso anno.
I fatti sono accaduti a Cirò, in provincia di Crotone, dove la 22enne era impiegata prima di trasferirsi nel Salento alla ricerca di un nuovo lavoro. Le indagini, svolte dei carabinieri di Cirò Marina, si sono subito orientate verso di lei, che davanti ai militari che l’hanno ascoltata, stando alle informazioni che trapelano, ha ammesso di aver seppellito il cadavere del bambino, che sarebbe nato già morto.
La Procura di Crotone ha affidato l’incarico per l’autopsia al medico legale Massimo Rizzo, che l’ha svolta nella giornata di ieri. Dai primi riscontri avuti, ci sarebbe compatibilità tra il racconto fatto dalla donna e quanto emerso dall’esame sul corpicino: il bimbo sarebbe nato già privo di vita. Tra l’altro, aveva ancora il cordone ombelicale quando è stato ritrovato dalla nuova badante dell’anziana ultranovantenne, proprietaria dell’abitazione della quale fa parte il giardino, in piazza Pugliese.
Al neonato è stato dato il nome di Francesco Nicodemo, i santi protettori di Cirò. Il Comune calabrese ha già manifestato la disponibilità a sostenere le spese per il funerale.