TAVIANO-Una maxi frode fiscale quella scoperta dalla Guardia di Finanza di Lecce che all’alba ha arrestato un imprenditore nel settore dei carburanti e ha notificato 3 obblighi di dimora, oltre al sequestro di beni per oltre 14 milioni di euro. 22 in tutto le persone indagate per associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale nel settore delle accise.
Ai domiciliari è finito Antonio Rainó, 56 anni, di Taviano, titolare di una società con sede ad Ugento, operante nel settore del commercio all’ingrosso di carburanti. Secondo le indagini l’uomo, con la complicità dei dipendenti della stessa società, di vari imprenditori agricoli e di numerosi faccendieri, ha costituito e promosso un collaudato sistema di frode perpetrato attraverso la cessione, a soggetti non aventi titolo, di oltre 3 milioni di litri di gasolio agricolo sottoposto ad aliquota accisa agevolata, che lo hanno poi destinato ad usi diversi da quelli consentiti. I finanzieri hanno scoperto come i depositi commerciali di Ugento e Taviano, riconducibili entrambi alla società salentina, e altri due depositi di prodotto petrolifero completamente abusivi nelle campagne della zona, erano stati trasformati in veri e propri impianti di distribuzione stradale di carburante per autotrazione (rifornendo quotidianamente un elevatissimo numero di autoveicoli), e per riscaldamento domestico.
Gli accertamenti condotti dalle Fiamme Gialle salentine hanno permesso di verificare come i soggetti indagati abbiano – a vario titolo e in concorso tra di loro – determinato un gravissimo danno all’erario, sottraendo complessivamente ad imposizione un imponibile di oltre 37 milioni di euro per una corrispondente evasione di imposta (tra Ires ed Iva) di 14 milioni di euro, oltre ad una accisa evasa per circa 2 milioni di euro.
Sempre in queste ore i Finanzieri della Compagnia di Gallipoli, su disposizione della magistratura salentina, hanno sottoposto a sequestro l’intero complesso aziendale nonché dato esecuzione ad un ulteriore provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente, del valore di oltre 14 milioni di euro, nei confronti dei beni e delle disponibilità finanziarie risultati in capo agli artefici della frode fiscale. Il provvedimento, una volta divenuto definitivo, consentirà all’Erario di recuperare tutte le imposte evase nel tempo dai responsabili individuati.