Cronaca

Prete pedofilo, la vittima sodomizzata e minacciata: nuovi dettagli

LECCE – “Mi porta al mare e a mangiare una pizza, dice che è come un papà. Però ha iniziato a fare certe cose che non capisco. Mi dà baci anche con la lingua, poi lo devo pure toccare giù“. È solo una parte della testimonianza messa nero su bianco da una delle vittime (il cui numero è salito a quota 10) di presunti abusi sessuali da parte di un prete di Trepuzzi.

Di questo caso ci siamo occupati il 28 febbraio scorso, quando l’associazione “Rete l’abuso” ha reso pubblico l’audio di una conversazione al telefono intercorsa tra il prete e una vittima che ha scelto di denunciare tuttto. L’uomo, oggi 40anne, quelli abusi li avrebbe subiti 30 anni fa. Al telefono chiede al prete il motivo di quella violenza, per mettere un punto fermo a quella storia e cercare di rifarsi una vita. Il sacerdote alla fine confessa, parla di affetto vero e poi chiede insistemente alla vittima di fornigli il suo IBAN, nel tentativo di farsi perdonare.

Adesso quella stessa vittima sceglie di raccontare altri dettagli.

Ho dieci anni, sono sempre in chiesa e sono chierichetto e sogno di diventare Sacerdote -scrive- Don **** dice che mi aiuta. Dice che mi vuole bene (…) che è come un papà. Però ha iniziato a fare certe cose che non capisco. Mi da baci sulla bocca e anche con la lingua. Poi lo devo pure toccare giù (…) Dice che devo fare cosi perché mi aiuta a diventare Sacerdote. Mi dice che è normale, però mi dice anche che non deve sapere nessuno. Mi dà anche le botte. Con schiaffi e pugni. Poi mi spinge e mi ritira e continua a darmi schiaffi e pugni“.

Il racconto continua con una serie di dettagli sulla violenza sessuale subita e, infine, le minacce.

Don *** mi fa paura -si legge ancora nella lettera- Dice che racconta alle persone che io mi drogo. Dice che io non sono nulla e non sarò mai nessuno. Mi dice che le persone non mi crederanno mai. Crederanno a lui, che è una brava persona. Un Sacerdote. Mi dispiace tanto non aver potuto raccontare la mia Storia a dieci anni, quando la mia infanzia è finita”.

La missiva è stata pubblicata dalla stessa Rete l’Abuso che ha raccolto per prima la sua confessione. E in questi giorni di presunte vittime ne sono spuntate altre. Intanto l’Autorità giudiziaria ha aperto un fascicolo di inchiesta. La Procura di Lecce è in contatto con l’associazione che, tra le altre cose, rimarca di avere le prove che il Don abbia celebrato la messa a Trepuzzi fino allo scorso 24 febbraio, nonostante fosse stato sospeso.

A dare man forte al racconto delle vittime ci sarebbero persino dei testimoni: all’epoca bambini che, con scaltrezza, sarebbero riusciti a darsela a gambe per tempo. E ci sarebbe anche chi sostiene di averlo sorpreso in flagranza in sacrestia. Dettagli che stanno emergendo soltanto 30 anni dopo.

E.Fio

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