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Tap, attivisti sugli alberi per bloccare i lavori

MELENDUGNO- Alle sei erano già lì e all‘arrivo dei mezzi si sono fatti trovare sugli alberi oppure a terra, intorno ai tronchi.

Anche in questa giornata, l’azione di “disturbo” degli attivisti noTap non è mancata per provare a rallentare i lavori in corso per la costruzione del gasdotto in contrada Masseria del Capitano, tra Melendugno, Vernole e Calimera. Lì, dove dovrà essere costruito il terminale di ricezione del metanodotto, è in corso, da un lato, l’installazione di una recinzione con blocchi di cemento a tutela del cantiere e, dall’altro, la capitozzatura degli ulivi che dovranno essere eradicati e ripiantati. Anche stavolta, però, gli operai si sono fermati. Lo stesso è accaduto anche nel pomeriggio di martedì, quando un mezzo si è impantanato nel fango.

Nessuno scontro si registra con le forze dell’ordine. Serrati, ad ogni modo, i controlli: sempre nella serata di ieri, un’attivista notap di 28 anni di Lizzanello è stata denunciata perché fermata a bordo di una Peugeot in violazione del foglio di via obbligatorio con divieto di ritorno nel comune di Melendugno emesso dalla Questura di Lecce.

E mentre i fari sono puntati sulla superperizia attesa a giorni in tribunale e che potrebbe segnare le sorti del cantiere, si attendono anche le analisi sui campioni di acqua prelevati in mare dalla Guardia Costiera domenica scorso. Lì, a San Foca, nel tratto interdetto ai natanti perché interessato dai lavori di installazione della diga sottomarina da parte di Tap, “continuano a vedersi macchie oleose e schiumose”, denunciano ancora gli attivisti, che chiedono chiarimenti sugli eventuali scarichi della nave di Saipem impiegata nel cantiere al largo.

Marco Alverà, ad di Snam che è azionista al 20 per cento di Tap e titolare del progetto di interconnessione da Melendugno a Mesagne,  non ha alcun dubbio: “Arriveranno entro fine anno il 75 per cento dei finanziamenti e sono stati firmati contratti per oltre oltre un miliardo di euro con gli shipper – ha annunciato durante la presentazione del piano industriale – il 26 ottobre scorso è arrivato il benestare della presidenza del Consiglio, sono ripresi i lavori e il 2020 è confermata come data di partenza del primo gas. Il progetto è completato per più dell’80 per cento”.

“Noi – ha ricordato Alverà – abbiamo solo il 20 per cento di Tap. Un investimento recente”, rispetto al quale “abbiamo insistito moltissimo per migliorare il dialogo con il territorio, che non è mai abbastanza, perché è fondamentale spiegare localmente i benefici che porta il Tap, che aumenterà le fonti di approvvigionamento, visto anche che ci sarà a livello europeo un deficit, e aumenterà concorrenza con conseguente abbassamento del prezzo”.

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