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Arriva Di Maio, i sindaci NoTap: “Ci incontri”. I Ministeri: “Nessuna documentazione su penali”

LECCE – Hanno chiesto un incontro con lui, perché il suo arrivo a Lecce per le Giornate del Lavoro della Cgil sia anche l’occasione di un faccia a faccia sul tema più scottante, il gasdotto Tap. I sindaci contrari all’opera vorrebbero parlare personalmente con il vicepremier Luigi Di Maio, venerdì pomeriggio, a margine del suo dialogo, moderato da Enrico Mentana, con Maurizio Landini e il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia.

La richiesta di poter ricevere una delegazione di primi cittadini salentini è stata inoltrata dal sindaco di Melendugno Marco Potì per il tramite della consigliera regionale Antonella Laricchia e si è in attesa di risposta, così come si attende risposta proprio dal Ministero retto da Di Maio, quello allo Sviluppo Economico, su un’altra cruciale questione: sono state calcolate e a quanto ammonterebbero le penali che l’Italia dovrebbe pagare nel caso in cui decidesse di non far completare l’opera alla multinazionale svizzera? Solo il suo Ministero è rimasto in silenzio, infatti, di fronte alle “Istanze di accesso civico generalizzato” rivolte ai Ministeri competenti sui procedimenti relativi al gasdotto. Il termine ultimo per rispondere è scaduto il 10 settembre e le istanze sono state promosse, per il tramite del prof. Michele Carducci, docente di Diritto Costituzionale Comparato all’Università del Salento, dal Movimento NoTAP, da quello omologo della provincia di Brindisi, dal Comitato NoTAP Salento, dalla rete “Salento Km0”, dalle associazioni “Terra Mia” e “Bianca Guidetti Serra”, nonché dai cittadini salentini.

I riscontri pervenuti dagli altri Ministeri, invece, smentiscono le ricostruzioni finora fatte sulla stampa e le dichiarazioni rese anche da ministri: non c’è un documento in cui sia riportata l’analisi costi-benefici, cioè che dica quanto l’Italia dovrebbe sborsare se decidesse di fermare l’opera.

Significative le parole a firma di Giuseppe Lo Presti, direttore generale del Ministero dell’Ambiente: “Si comunica che questo Ufficio – ha scritto – non è a conoscenza delle fonti da cui hanno originato le richiamate notizie di stampa e né ha agli atti dei procedimenti di competenza alcuna documentazione afferente alle richieste sopra riportate”. “La documentazione richiesta non è detenuta presso gli Uffici del Ministero per il Sud”, ha risposto anche il relativo capo di Gabinetto Valeria Capone. Il Ministero degli Affari Esteri, interpellato dopo il viaggio di Moavero Milanesi in Azerbaijan per confermare la “strategicità” dell’opera, ha comunicato di non disporre di nulla e di rimettere tutto al Ministero dello Sviluppo Economico, che appunto ha scelto di restare in silenzio e pertanto è stato incalzato nuovamente. Ci si è rivolti anche al Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli.

Importante anche la risposta giunta dagli uffici del Viminale, a fronte delle affermazioni del reggente Matteo Salvini, che insiste sul risparmio del 10 per cento nelle “bollette degli italiani”. Per il suo vice capo di Gabinetto vicario Emanuela Garroni si tratta di esternazioni meramente politiche: “questa amministrazione non detiene alcuna documentazione o informazione pertinente alle menzionate dichiarazioni, che sono state formulate e riportate in un contesto di comunicazione di carattere generale riguardante le politiche del Governo”.

“Il contesto è indubbiamente enigmatico”, commenta Carducci e tra le altre evidenze porta a galla, soprattutto, che “i governi della precedente legislatura hanno proceduto nell’approvazione dell’opera senza attivare alcuna analisi, documentabile e verificabile, degli effettivi benefici dell’opera e dei suoi costi intertemporali”.

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