Attualità

Il nord Salento risucchia il Capo di Leuca: i dati dello spopolamento

SALENTO – Il Capo di Leuca si svuota e il crollo demografico in alcuni Comuni, nell’arco di appena 16 anni, è decisamente importante. Lecce e il suo circondario, invece, crescono a dismisura e crescono anche svuotando il Sud Salento. I dati Istat consegnano la descrizione di un fenomeno fin troppo evidente nei vissuti dei centri interessati ma fin troppo ignorato da politica, amministrazioni, dagli stessi cittadini.

E se il problema dello spopolamento è storicamente legato ad aree interne geograficamente note, come la dorsale appenninica, i paesi di montagna, l’Aspromonte e il cuore della Sardegna, regione che assume sempre più la forma di una ciambella con il buco al centro (qui lo studio:Dinamiche_e_tendenze_dello_spopolamento_in_Sardegna), nel Salento non se ne parla affatto. Eppure, il declino di un pezzo del territorio è in atto da almeno 25 anni, evidente specialmente nelle frazioni che sono le prime a restare sguarnite di servizi essenziali, come scuole, presidi medico-sanitari e uffici postali.

Dunque, i dati. L’elaborazione fatta da Telerama dei dati Istat relativi ai bilanci demografici nel periodo compreso tra il 2001 e il 31 dicembre 2017 rappresentano plasticamente quel che sta accadendo, a fronte, tra l’altro, di un aumento della popolazione della provincia di Lecce, che registra un +11.252 abitanti in quell’arco temporale.

A soffrire di più è, come detto, l’estremo Tacco, dove lo spopolamento ovviamente ha anche l’altra faccia della medaglia, l’invecchiamento. A parte Acquarica del Capo, Patù, Salve e Tiggiano, dove l’emorragia è stata più contenuta e nell’ordine di poche decine di persone, per il resto le cifre sono rilevanti: -182 residenti ad Alessano, -383 ad Andrano, -271 a Castrignano del Capo, -569 a Gagliano del Capo, -313 a Corsano, -261 a Morciano di Leuca, -342 a Presicce, -191 a Specchia, – 336 a Melissano, -674 a Taurisano.

Se ne sono avvantaggiati, anche se non di molto, i centri più grandi della zona, come Tricase, Ugento e Racale, gli unici con trend invertito, ma – oltre al consueto nord Italia – soprattutto il capoluogo e dintorni.

È come se interi borghi del Capo si fossero trasferiti qui. E in effetti si sono trasferiti. Lecce città, anche grazie all’attrazione di universitari e professionisti, ha incrementato la popolazione di 12.304 residenti; Surbo registra 2340 abitanti in più; Arnesano 606; San Cesario 810; c’è l’exploit di Cavallino, anche per via del quartiere di Castromediano che è attaccato a Lecce, con ben 2140 residenti in più in 15 anni; Lizzanello, con la frazione di Merine, +1766 abitanti.

Pochissime amministrazioni hanno attivato politiche antispopolamento finora. Caprarica di Lecce, che ha perso quasi 400 abitanti, è tra chi si sta dando da fare. Nel Capo, l’adesione alla strategia delle aree interne tiene fuori diverse realtà e al momento stenta a concretizzarsi. Lavorano molto le associazioni, ma il problema è più complesso e richiede la ricostruzione di un’architettura strategica apposita. Senza perdere altro tempo.

Tiziana Colluto

Articoli correlati

Brindisi-Berlino, da luglio a ottobre il nuovo volo per i turisti

Redazione

Piano per il Sud, ad Unisalento presto 49 milioni

Redazione

Passaggio di consegne al Carlo V, giovedì Comune consegna chiavi

Redazione

Danni al campanile del Duomo, nuovo sopralluogo dei Vigili del Fuoco

Redazione

Al via la demolizione del Lido Salapia a San Cataldo, la spiaggia tornerà ai leccesi

Redazione

“Aldo Moro: la verità negata”: l’On. Grassi incontra gli studenti dell’Istituto Lanoce

Redazione