BARI – Il gasdotto? È “un’opera inutile”. Dunque “sarà “revisionata”. Ad annunciarlo è il ministro per l’Ambiente, Sergio Costa in una intervista esclusiva rilasciata all’agenzia di stampa Reuters.
Non è una dichiarazione di partito, dunque, questa. Da quando il governo ha incassato la fiducia, il crisma dell’ufficialità è stato impartito. E quindi a sbarrare – almeno in parte – la strada al gasdotto Tap è l’ex generale dei carabinieri, esperto di ecomafie, chiamato a guidare l’Ambente nel governo giallo-verde. Una dichiarazione che, in realtà, in molti attendevano non fosse altro che per la posizione espressa in passato dal Movimento 5 Stelle in merito alla realizzazione del gasdotto a Melendugno.
“Il fascicolo Tap – ha spiegato ancora Costa – è sul tavolo e lo stiamo già affrontando, con priorità, considerando chiaramente che siamo al terzo giorno di lavoro appena. Il presupposto è che vista la strategia energetica, visti i consumi di gas in calo, quell’opera oggi appare inutile”.
Dunque, il passo in più: l’opera “sarà revisionata come prescritto nel contratto di Governo, come le altre opere di concerto con altri ministeri”, ha aggiunto Costa. In cosa consista la revisione del progetto non è ancora chiaro.
Secondo i programmi ad ottobre dovrebbero iniziare i lavori con la “talpa”, mentre l’erogazione del gas proveniente dall’Azerbaigian è previsto nel 2020. Ma a questo punto, se le intenzioni del nuovo governo dovessero essere confermate, tutto potrebbe procedere in modo diverso.