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Salvemini: “Tari cresce in media del del 7 %”, mentre supera il 20%

LECCE- Arriva l’aumento della Tari, la Tassa sui rifiuti ed arriva il malumore dei cittadini. La notizia dell’aumento era già nota e che la stangata avrebbe colpito anche i cittadini leccesi, pure. Nei giorni scorsi, il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, aveva per così dire “preparato” i concittadini parlando di un aumento del 7% sulle utenze domestiche e del 15% su quelle non domestiche “aumento dovuto a diverse motivazioni, – aveva specificato in un post su fb – in larga parte riconducibili a scelte che ci hanno preceduto, rispetto alle quali ci siamo assunti la responsabilità di intraprendere un percorso nuovo: in primo luogo, quest’anno, la copertura di costi del servizio che avrebbero dovuto essere considerati nella bolletta 2017; la valutazione precauzionale (per la prima volta) dei datati contenziosi attivati nei confronti del Comune da diverse società coinvolte nel servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti; la necessità di maggiori risorse per evitare, come è accaduto in passato che interi quartieri fossero dimenticati”. La batosta, ai più, non solo sembra spropositata, ma non corrisponderebbe alle percentuali dichiarate dal primo cittadino .

“Nessuna polemica, scrive in un post, sullo stesso mezzo, Danilo Stendardo, presidente del Coordinamento provinciale locali serali di Confcommercio Lecce e titolare del Road, storico locale nel centro di Lecce che rende pubblica, in primis la Tari dovuta al Comune di Lecce per la sua utenza domestica: se nel 2017 ammontava a 124 euro, quest’anno gli euro da sborsare saranno 156. Un aumento che si aggira intorno al 20 per cento. Stangata anche per il locale commerciale, in questo caso l’aumento della Tari, per un locale in centro sui 200 metri quadri è, carte alla mano, del 18% .“Avevamo sentito parlare di un aumento del 15%, e già sarebbe stato tanto, arriviamo anche al 18%, il rischio è che questo sia un altro problema che mortifica i locali di questa città. Si fa già fatica a far quadrare i conti, questi aumenti, se per qualcuno possono essere sostenibili, per altri, rischiano di diventare dei veri e propri macigni. Il rischio è quello di andare davvero in sofferenza. Stiamo attenti a rispettare le regole, e forse i servizi non sono all’altezza. Certo è che si tratta di una aumento spropositato. Rispetto a quello che già pagavamo anche un aumento dell’1% sarebbe stato troppo”.

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