Cronaca

Ilva, dopo l’ennesima morte bianca si sciopera fino a Genova. Il sindaco: “no strumentalizzazioni”

TARANTO – E’ stata massiccia l’adesione allo sciopero indetto fino alle 15 dei dipendenti diretti dello stabilimento Ilva di Taranto e dell’indotto, a seguito dell’incidente costato la vita ad Angelo Raffaele Fuggiano, di 28 anni, dipendente della ditta Ferplast, che si occupa di carpenterie metalliche. Nelle scorse ore davanti ai cancelli anche il padre del ragazzo che ha ricevuto l’abbraccio e la solidarietà di tanti lavoratori.

24 ore di sciopero anche all’Ilva di Cornigliano, a Genova.

Alle 17.30, su decisione dei sindacati nazionali dei portuali affiliati a Cgil, Cisl e Uil, in tutti i porti italiani anche uno stop dell’attività per cinque minuti con il suono delle sirene delle navi. All’Ilva di Taranto, infatti, l’incidente mortale è avvenuto nell’area del porto dello stabilimento.

La procura di Taranto ha aperto un’inchiesta e disposto il sequestro della gru. Nelle prossime ore verrà affidata l’autopsia sul corpo del giovane operaio. La Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo: in questa fase iniziale pare che l’indagine si stia focalizzando proprio sulla procedura utilizzata per sostituire la fune, che altro non è che un grosso e pesante cavo di acciaio, il cui crollo è stato fatale per la vittima.

I sindacati hanno chiesto al Prefetto di farsi portavoce delle preoccupazioni degli operai per la mancanza di investimenti sugli impianti, molti dei quali sono considerati pericolosi.
All’indomani del vertice in Prefettura, con presenti istituzioni locali e sindacati, al termine del quale il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, all’uscita è stato contestato e inseguito dagli esponenti di alcuni movimenti ambientalisti più radicali al grido di “assassino, assassino”, il primo cittadino lancia un appello alla politica affinchè non si cada nella strumentalizzazione dell’accaduto.

Poi in riferimento all’aggressione verbale subita puntualizza: “Taranto non è questa”.

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