Cronaca

Incidente all’Ilva: muore operaio di 28 anni

TARANTO – Sospendendo un convegno sul lavoro e lo sviluppo sostenibile, il segretario generale della Cgil di Taranto Paolo Peluso ha annunciato la tragedia che si era appena consumata: un ragazzo di 28 anni ha perso la vita in un incidente sul lavoro all’Ilva.

L’ennesimo incidente fatale nell’acciaieria di Taranto è avvenuto nella prima mattinata: Angelo Fuggiano, padre di due bambini, lavorava per l’impresa appaltatrice Ferplast. Il giovane era nel reparto Ima, al quarto sporgente del porto, area gestita dall’acciaieria. Secondo fonti sindacali, durante il cambio funi per la macchina scaricatrice DM 6, un cavo sarebbe saltato durante la fase di ancoraggio della parte finale, travolgendo il lavoratore.

Vani sono risultati i tentativi di rianimazione da parte degli operatori del 118. Sul posto anche vigili del fuoco, carabinieri, Guardia di finanza e ispettori del lavoro.

In una nota, l’azienda ha fatto sapere:

“L’area è attualmente non operativa e occupata solamente dalla ditta esterna che ha in corso la manutenzione dell’area stessa. La gru DM6 era ferma da due giorni per attività di manutenzione.
Sono in corso da parte dell’azienda tutte le indagini per poter risalire alle cause dell’evento.
L’azienda esprime profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia di Angelo Fuggiano e a tutti i suoi cari”. Il segretario della Uilm, Antonio Talò ha spiegato che “la fune si è staccata dall’alloggiamento del carro ponte, colpendolo. Si tratta di funi molto pesanti ed è evidente che anche se si è colpiti di striscio, le conseguenze sono molto gravi”.

Fim, Fiom, Uilm e Usb di Taranto hanno proclamato lo sciopero immediato dei dipendenti diretti e dell’appalto, fino a tutto il primo turno di venerdì.

Il Segretario Generale Fim Cisl, Marco Bentivogli: “Il lavoro in cui si perde una vita è una vergogna nazionale.
La gestione commissariale è inadempiente anche sugli aspetti minimi e basilari della sicurezza del sito, ci sono casi di lavoratori che sono costretti a farsi cucire all’esterno le imbragature eludendo quindi anche l’omologatura delle stesse. Carenti i dispositivi per la sicurezza personale, per non parlare della manutenzione degli impianti. Bisogna finirla col giocare con la pelle dei lavoratori, è una vergogna per un paese civile. Un abbraccio forte e le nostre condoglianze alla famiglia di Angelo. Lotteremo anche per lui”.

 

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