Cronaca

Case popolari, il senatore Marti davanti al gip. Discussa la richiesta sull’uso delle intercettazioni

LECCE- Il senatore Roberto Marti è arrivato in tribunale accompagnato dai suoi avvocati, Giuseppe e Pasquale Corleto per presenziare, come suo diritto, all’udienza camerale fissata davanti al gip Giovanni Gallo. Si tratta del giudice che ha firmato l’ordinanza sulle case popolari e che ora dovrà decidere se avanzare al Senato la richiesta per l’utilizzo delle intercettazioni che riguardano il senatore, cosi come vuole la Procura, oppure no.L’udienza è durata poco più di mezz’ora. Gli avvocati di Marti si sono opposti alla richiesta dei pm Massimiliano Carducci e Roberta Licci perché, sostengono, tardiva. Roberto Marti, senatore, non può essere intercettato se non prima che la Camera di appartenenza abbia dato il consenso. In caso contrario le conversazioni che lo riguardano, non possono essere utilizzate in un eventuale processo. La sua iscrizione nel registro degli indagati nell’inchiesta sulle case popolari è avvenuta nel 2017. Le conversazioni risalgono al 2014. “E’ in quel momento- sostiene la difesa- che la Camera di appartenenza doveva essere informata del fattp che il senatore era indagato in un procedimento penale. Per questo la richiesta non è da accogliere”. Di altro avviso i due pm titolari dell’inchiesta che ritengono invece che le telefonate, intercorse tra il senatore e l’ex assessore Attilio Monosi debbano essere utilizzate. La richiesta è successiva alle indagini perché il nome del parlamentare Marti è uscito fuori nel corso degli ascolti. Non era cioè il suo telefono ad essere intercettato. Nel capo di imputazione che lo riguarda si contestano i reati di tentato abuso di ufficio, falso ideologico aggravato e tentato peculato di cui rispondono anche Attilio Monosi, l’ex consigliere comunale Damiano D’Autilia , Andrea Greco, e i coniugi Antonio Briganti e Luisa Martina. La vicenda è quella dell’assegnazione di una casa confiscata alla mafia al fratello del boss della Scu Maurizio briganti. Secondo l’accusa con la finalità di fidelizzare il bacino elettorale di Luca Pasqualini.

Se il giudice deciderà di accogliere la richiesta dell’accusa scriverà un provvedimento che finirà al Senato che, a sua volta, dovrà concedere o meno l’autorizzazione.

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