LECCE – Il trasferimento in un’altra sede e cambiamenti nella composizione societaria avevano, secondo una struttura sanitaria privata, arrecato alla stessa un danno tale da chiedere alla Asl di Lecce un risarcimento da 6 milioni e 700mila euro. Ora il Tar mette la parola fine alla vicenda, dando ragione all’Azienda sanitaria.
Accogliendo le tesi difensive sostenute dal prof. avv. Pier Luigi Portaluri per conto dell’A.s.l. leccese, i giudici hanno rigettato il ricorso con il quale nel 2014 la struttura privata aveva formulato nei confronti della stessa A.s.l. e della Regione la milionaria richiesta risarcitoria per il danno che la ricorrente avrebbe subito in conseguenza di alcuni provvedimenti adottati nel 1993 e 1994 dalle amministrazioni.
La squadra di governo dell’A.s.l. -i dott.ri Valdo Mellone, Ottavio Narracci e Antonio Vigna– decise di non corrispondere le somme e di difendere in giudizio le proprie ragioni.
Nel corso del processo la difesa dell’A.s.l. ha ricostruito l’intricata vicenda snodatasi sin dal 1990, dimostrando l’estrema complessità dei fatti e la difficoltà di darne una ricostruzione giuridica oggettiva e certa.
Condividendo il punto di vista del prof. Portaluri, il Tar ha rigettato il ricorso proposto dalla struttura privata, affermando che il comportamento dell’A.s.l. era stato del tutto esente da colpa: il quadro normativo e fattuale aveva infatti indotto Tar e Consiglio di Stato ad assumere – con riferimento ai provvedimenti via via adottati dalla A.s.l. e dalla Regione – decisioni contrastanti nei vari gradi di giudizio.
Il prof. Portaluri ha sottolineato la particolare importanza della decisione anzitutto per i suoi evidenti, oggettivi risvolti economici: l’accoglimento della richiesta risarcitoria avrebbe determinato un notevole danno finanziario per l’A.s.l.. Ma soprattutto perché i giudici hanno messo in luce l’impossibilità di ritenere il comportamento della p.A. sanitaria caratterizzato da manchevolezze che potevano essere evitate.