CASERTA/LECCE- Ci sono anche i nomi di due imprenditori salentini e di altrettante aziende tra quelli su cui si è abbattuta l’inchiesta della Procura di Napoli Nord sulla presunta maxi frode con il vino adulterato. Sarebbe stato usato per questo zucchero di origine serba e slovena, immesso nel mercato nazionale e rivenduto in nero ad aziende del settore vitivinicolo. Nei guai sono finiti Antonio Ilario De Pirro, 50 anni di Nardò, e Antonio Rocco Chetta, 64 anni di Lecce. 8 milioni 265mila 984 euro è la cifra sequestrata alla Cib Industry, mentre ad Agrisalento 559mila 695 euro.
Trentasei gli indagati a vario titolo per i reati di associazione a delinquere, frode nell’esercizio di commercio, vendita di sostanza alimentari non genuine, falsità in registri e notificazioni, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, omessa dichiarazione fiscale, emissione di fatture per operazioni inesistenti e autoriciclaggio.
Il 14 settembre 2018, dalla C.I.B. Industry s.r.l. giunge questa precisazione: “Sia C.I.B. Industry S.R.L. (Compagnia Italiana BEVANDE) che BSCZ S.R.L. (Bevande Succhi Concentrati e Zuccheri) hanno il veto, per atto costitutivo, di produrre bevande alcoliche e men che meno vino. Chetta non produce vino né è mai stato condannato per produzione e vendita di vino sofisticato. Il codice attività della C.C.I.A.A. di CIB e di BSCZ menziona chiaramente e senza ombra di dubbio alcuno che la propria attività attiene la produzione di succo e di zuccheri. Tali informazioni, facenti parte dei chiarimenti forniti al Tribunale del Riesame di Napoli, hanno determinato il tempestivo dissequestro e consentito il totale annullamento del precedente provvedimento”.