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Lotta al caporalato, Cgil: “Braccianti ospiti nelle città e non nei ghetti”

LECCE- La lotta al caporalato nei campi passa anche attraverso l’inclusione sociale dei braccianti. La proposta della Cgil è di evitare i ghetti, come quello di Boncuri, e di cercare ospitalità all’interno dei centri abitati. Anche di questo si sarebbe dovuto discutere in Prefettura, in mattinata, ma il secondo incontro dell’anno è stato rinviato a metà mese per impegni degli amministratori di Nardò. Programmare meglio e per tempo la stagione della raccolta di angurie e pomodori, che si avvia già a partire da metà aprile con i primi arrivi dei migranti impiegati nei campi, è l’obiettivo di quest’anno, sfumato però in tutti i precedenti. Il modello che Flai Cgil ha in mente per Nardò è diverso rispetto a quello che si profila, con l’attivazione dei moduli abitativi acquistati lo scorso anno a stagione inoltrata e tutti concentrati nello spiazzo davanti a Masseria Boncuri, pure un passo in avanti rispetto alle baraccopoli degli anni precedenti. Sottrarre il trasporto ai caporali potrebbe essere un nuovo inizio, ma non basterà. Bisognerà concepire in modo diverso, secondo il sindacato, l’ospitalità.

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