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Esplorando la pietra: l’omaggio dei geometri al loro storico Presidente

LECCE – Un viaggio dentro e intorno alla pietra, una vera e propria operazione scientifico-editoriale sulla materia prima delle costruzioni salentine. È l’omaggio che il collegio dei geometri e geometri laureati della provincia di Lecce ha voluto fare a Eugenio Rizzo, guida storica dell’Ordine negli ultimi 15 anni. Giovedì sera, nella sede del rettorato, dunque, la presentazione del volume “Pietra su pietra. Il Salento e le sue fondamenta tra storia e scienza a cura del professor Mario Spedicato, docente di UniSalento. Il libro segna il n.34 della collana “Quaderni de L’Idomeneo” (diretta dallo stesso Spedicato) della Società di Storia Patria-Sezione di Lecce.

L’iniziativa è stata organizzata dal Dipartimento di Beni Culturali dell’Ateneo salentino. Un’esplorazione che comincia dalle viscere della terra, dall’antica pratica dell’estrazione. Sedici gli studiosi autori dei contributi pubblicati, impreziositi dalle immagini.

Livio Ruggiero firma “Le cave come vie d’accesso alla storia della vita nel Salento”, Genuario Belmonte “I fossili del Salento”, Ennio De Simone un saggio sulle collezioni lito-paleontologiche, Cristina Caiulo e Stefano Margiotta approfondiscono la Collezione dei fossili di Pippi Ciullo a Vitigliano, Eliana Masulli “La pietra fiorita: S. Maria d’Aurio e il romanico pugliese”, Giuseppe Orlando D’Urso l’ “Arte scalpellina a Corigliano d’Otranto”, Francesca Ruppi qualche nota documentaria sulle delimitazioni in pietra a secco.

Poi c’è Michele Mainardi con “Tirare a campare spaccandosi la schiena” ed Eugenio Imbriani con Pietre e saperi popolari”. Infine un gruppo di autori che riflette su quale futuro dare alle cave (Fabio Lettere con una riflessione su “Cave, da “ferita” a “risorsa” del territorio salentino: un percorso possibile?”; Vittorio De Vitis con “Dal vuoto della cava al pieno “di natura”; Stefano Margiotta e Paolo Sansò con “Cave dismesse e promozione geoturistica del Salento leccese”; Gianni Carluccio e Ida Blattmann D’Amelj con “Un potenziale laboratorio carsico: la Serra di Poggiardo”.

“Questo lavoro è preziosa testimonianza storico-scientifica del nostro passato, la cui conoscenza è fondamentale per dare un futuro sostenibile a questo nostro amato territorio”, sottolinea Eugenio Rizzo, per cui “Il futuro sarà quello delle responsabilità, delle azioni basate su competenze sicure e onestà di intenti”.

 

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