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Un’altra varietà resistente a Xylella: è l’ulivo “Minerva”. Ma sul mercato ci sono già i falsi

UZZANO (TOSCANA)- E’ stata chiamata Minerva, come la dea che avrebbe insegnato l’arte della coltivazione dell’olivo, la cultivar che un vivaio toscano ha brevettato e che risulterebbe resistente al batterio Xylella fastidiosa. A comunicarlo è la stessa azienda di Uzzano, dopo la valutazione scientifica svolta dall’Istituto per la Protezione sostenibile delle piante-CNR di Bari. Oltre al Leccino e alla Favolosa, dunque, si amplierebbe il ventaglio delle varietà da poter coltivare nel Salento, in seguito all’ok al reimpianto arrivato nelle scorse settimane da Bruxelles.

Minerva è un clone appartenente alla famiglia del Leccino (nome completo: Leccino CSS 02 Minerva) e risulta anche resistente al freddo. Non a caso è stato individuato dopo la gelata del 1956. Inoltre, avrebbe una produzione di olive di grandezza maggiore (stimata nel 30/40 per cento in più rispetto al leccino normale) e di migliore qualità. La stessa azienda annuncia che farà testare anche i livelli di resistenza di altri due tipi di olivi brevettati, Diana e Tosca.

Sul mercato iniziano a registrarsi, però, già i primi tentativi di speculazione. “In relazione alla accertata presenza sul mercato di piante di olivo con la dicitura “leccio Minerva”, “Minerva” o altre consimili, si precisa – dicono dall’azienda toscana – che non vi è, né vi è mai stato, alcun accordo tra la S.P.O. e Vivai Attilio Sonnoli relativo allo sfruttamento commerciale della varietà di olivo CSS 02 MINERVA brevettata da Vivai Attilio Sonnoli, che l’unico soggetto autorizzato a porre in commercio piante della varietà brevettata CSS 02 MINERVA originali e certificate”.

 

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