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Manifestanti “anti tagli” a processo. Prof. Grasso: “difendevano diritti costituzionali”

BRINDISI –  Accanto agli imputati si schiera il mondo accademico e della cultura. Il 6 novembre prossimo, quando nel tribunale di Brindisi si aprirà il processo per i 46 manifestanti accusati, tra l’altro, di interruzione di servizio, durante la manifestazione contro i tagli imposti dal commissario straordinario Silletti, ci saranno, idealmente, circa 6 mila cittadini che hanno sottoscritto una petizione che vede tra i primi firmatari Nicola Grasso, docente di diritto Costituzionale all’Università del Salento secondo il quale “i manifestanti, riuniti spontaneamente, difendevano principi costituzionali“.

Il processo si apre a distanza di due anni. Era il 10 novembre 2015 quando circa 200 manifestanti, al culmine di una giornata di proteste durissima cominciata a Torchiarolo con i trattori in strada, occuparono la stazione di S. Pietro Vernotico, bloccando la circolazione dal primo pomeriggio sino a tarda sera.

46 furono identificati, accusati di interruzione di pubblico servizio e di aver omesso di avvertire le autorità competenti della manifestazione, provocando un danno ai passeggeri e alle Ferrovie dello Stato. Poi l’avvio dell’azione penale e il rinvio a giudizio.

Oltre a molti docenti universitari e le associazioni Bianca Guidetti Serra di Bologna e Spazi Popolari, anche il Presidente emerito della Corte Costituzionale Paolo Maddalena, giuristi e magistrati, scrittori come Erri De Luca, attori, giornalisti, sindaci ed esperti agronomi e biologi.

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