Ambiente

Xylella, lo schiaffo a chi ci prova: distrutti gli innesti sui campi sperimentali

LECCE- Potevano essere una speranza e forse anche per questo hanno dato fastidio a qualcuno: diversi innesti, ben sviluppati su ulivi colpiti da disseccamento rapido, sono stati distrutti nei campi sperimentali avviati lo scorso anno nel Capo di Leuca. L’atto vandalico è avvenuto nei giorni scorsi, ma la scoperta è stata fatta solo in mattinata dal presidente del Consorzio Dop Terra d’Otranto, Giovanni Melcarne, che quelle sperimentazioni le aveva portate avanti per testare sul campo la validità degli innesti di varietà ritenute tolleranti al batterio Xylella Fastidiosa, come il Leccino. Una denuncia è stata presentata ai carabinieri della stazione di Presicce.

“È un crimine contro la scienza e contro il Salento – tuona Melcarne -. La politica è responsabile di questo clima complottistico e anti scientifico. E’ un grave atto vandalico e intimidatorio che rischia di compromettere il lavoro di sperimentazione avviato nell’aprile 2016”. Sono in corso le verifiche su tutti gli alberi, al fine di valutare l’effettivo danno causato ai campi sperimentali.

Pare essere una coincidenza inquietante: proprio oggi e domani, a Bruxelles, si riunisce il comitato Comitato fitosanitario permanente europeo per votare la modifica alle misure di contenimento della Xylella adottate nel maggio del 2015 e, tra le altre cose, l’abolizione del divieto di impianto di nuovi ulivi nella zona colpita dall’epidemia.

Gli innesti sono una delle speranze che si stanno provando a coltivare. Sulla loro validità scientifica in chiave anti-batterio è ancora presto per esprimersi. E’ per questo, infatti, che si parla di campi sperimentali: sono circa cinquemila gli innesti eseguiti con circa 270 cultivar, a spese dello stesso Melcarne, proprietario dei terreni, e sotto il controllo scientifico dell’Ipsp Cnr di Bari e altri istituti di ricerca. Lo scopo è proprio quello di validare scientificamente la tecnica di innesto di pianta resistente su pianta secolare affetta da Xylella. In quest’ottica si inserisce anche la ricerca di cultivar locali immuni al patogeno, 19 quelle al momento rilevate.

“Ormai da quattro anni viviamo in un clima antiscientifico e di complottismo, pronto a precludere anche la possibilità di sopravvivenza del Salento olivicolo pur di portare a termine l’opera di distruzione del territorio. Principale artefice di questo clima – dice Melcarne – è la politica che in questi anni, con comportamenti poco istituzionali e privi di senso di responsabilità, si è di fatto schierata a favore dei negazionisti e dato in ‘pasto’ a questi ultimi il fior fiore delle proprie intelligenze scientifiche. Tutto questo al solo scopo di non perdere consensi. Poco importa poi se il Salento continua a morire”.

 

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