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Cervello-Cuore: due organi, un unico “motore”

LECCE- Esperti a confronto per spiegare “L’affascinante relazione tra neurologico e psichiatrico”, quella  profonda relazione che sussista tra Cervello e Cuore. Due organi che dialogano l’uno con l’altro e che, insieme, organizzano il ritmo per l’intero sistema nervoso e il resto del corpo. Non a caso, come affermano gli esperti, il battito del cuore influenza il ritmo delle onde cerebrali: il primo invia informazioni sullo stato emozionale in forma di schemi di frequenza cardiaca, attraverso il tronco encefalo, al talamo e all’amigdala.

Il cervello è programmato a rispondere: le informazioni ricevute vengono processate dai lobi frontali, l’area cerebrale dell’integrazione delle sensazioni con il ragionamento e di elaborazione dei valori sociali di empatia, solidarietà, e di valutazione del comportamento. In tal modo, gli impulsi nervosi originati nel cuore influiscono decisamente su come pensiamo, percepiamo e sulle nostre azioni.

Quando lo stato emozionale è in equilibrio, il sistema nervoso e altri sistemi corporei funzionano in sincronia e ci si sente in armonia fisicamente, mentalmente ed emotivamente. Questo stato facilita il processo cognitivo da cui dipendono la capacità di attenzione, di ragionamento e di creatività, tutti essenziali per un efficace apprendimento, per il successo accademico e sociale. A sua volta il cervello, inviando schemi ritmici coerenti, stimola stati emozionali positivi (fiducia, entusiasmo, ecc.) e benessere fisico.

 

Ogni emozione che altera il ritmo cardiaco genera schemi cerebrali “confusi”: schemi ritmici incoerenti del cuore alterano gli schemi delle onde cerebrali, influenzando direttamente l’attività dell’amigdala, che valuta lo stato di pericolo secondo l’informazione sensoriale. Essa, se lo stato di pericolo è alto, invia direttamente i segnali al talamo e al SNA piuttosto che ad altri sistemi di elaborazione (inibizione corticale). Scatta quindi un rapido comportamento di reazione/risposta all’emergenza percepita nell’ambiente. Un’altra funzione dell’amigdala è quella della memorizzazione degli schemi comportamentali; pertanto, quando si cresce in uno stato di incoerenza delle frequenze, ci si abitua a considerarlo familiare e, paradossalmente, a ricercarlo. L’abitudine a vivere virtualmente forti emozioni, ad esempio attraverso il web e lo schermo, crea una sorta di dipendenza e di ricerca della ripetizione, anche se le emozioni a riguardo sono negative come il terrore, la violenza, il sangue, ecc. Sempre di più i bambini dicono di amare scene di violenza cruenta, di sangue, generi horror. Lo stress che deriva da queste attitudini è deleterio e va discapito dei processi dell’apprendimento e della socializzazione. Sempre di più le nuove generazioni diventano nativi digitali e utilizzano la tecnologia nella socializzazione, alterando la dimensione emotivo-relazionale…

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