Cronaca

Riparte il monitoraggio per ulivi infetti, fiato sospeso per il giudizio europeo

LECCE- Non solo i controlli per verificare che nei campi siano state effettuate le arature, ma anche quelli per monitorare gli eventuali nuovi ulivi infettati dal batterio Xylella fastidiosa. Da lunedì, riparte la ricerca di possibili ulteriori focolai d’infezione puntiformi. E il nord Salento torna a tremare, perché lì il nuovo piano prevede “l’abbattimento della pianta infetta”, purché non sia di particolare pregio, perché per gli ulivi monumentali sono ordinate, invece, la “potatura severa” e la copertura “con reti anti insetto”, oltre che “trattamenti fitosanitari specifici” contro la sputacchina e “continua eliminazione della nuova vegetazione compresi i polloni”.
Il monitoraggio è stato affidato per due mesi al Codile, il consorzio di difesa, supportato dal Corpo Forestale, almeno nella zona cuscinetto a cavallo delle province di Brindisi e Taranto. “Cominciamo così – ha chiarito Gianluca Nardone, direttore del Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia – in attesa che venga espletata la procedura per il completo monitoraggio da affidare all’Arif”. Si devono fare i conti anche con la decisione in dirittura d’arrivo della Commissione Europea, che, sulla base delle indicazioni della DgSanco (Direzione generale Salute dei consumatori), cambierà i confini delle aree delimitate, spostando di venti chilometri verso nord la fascia di contenimento. “Significa che cambiano anche le prescrizioni, ma noi continueremo a setacciare l’area che noi oggi riteniamo cuscinetto e in cui l’infezione non ci risulta al momento”, ribadisce Nardone.

Si trattiene il fiato soprattutto, però, in vista della decisione della Corte di Giustizia europea, che il 4 maggio è chiamata a valutare gli atti che le ha rimesso il Tar Lazio a gennaio. Tradotto: dovrà stabilire se è valida o meno la decisione di esecuzione del maggio scorso, quella che impone, nel Brindisino, di abbattere tutti gli alberi nel raggio di 100 metri intorno a quelli infetti. Si teme che questa disposizione, ora in stand by, resusciti.

Auspichiamo che si percepisca che questa misura non sia opportuna e che la Corte ci dia ragione”, ha detto Nardone. La Regione Puglia, però, ha scelto di non costituirsi accanto agli agricoltori brindisini, soli davanti a Ue, Italia e Grecia, e supportati solo dal Popolo degli Ulivi, che in questi giorni raccoglie fondi per sostenere le spese di giudizio (http://ilpopolodegliulivi.altervista.org/crowfunding-per-il-ricorso-alla-corte-di-giustizia-europea/).

Articoli correlati

Meteo: il peggio è passato, tempo variabile ma senza paura

Redazione

Cavalli imbizzarriti in giro per Taurisano, tra stupore e paura dei passanti

Redazione

L’appello e la denuncia: “L’ospedale di Galatina è agonizzante”

Redazione

Rifiuti abbandonati nel Parco di Rauccio, individuato e multato il responsabile

Redazione

Costretti a lavorare più di 60 ore a settimana: arrestato datore di lavoro

Redazione

Passeggiata domenicale come mamma l’ha fatto: uomo nudo fermato dai Carabinieri

Redazione