Politica

Data Referendum trivelle: polemiche ed esortazioni a recarsi alle urne

LECCE- Il timore è che non si raggiunga il quorum. È pioggia di polemiche per la decisione del Consiglio dei ministri di scegliere, per il referendum no-triv, una data diversa da quella delle elezioni amministrative. Il giorno in cui il popolo potrà dire la propria è il 17 aprile. Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano avverte che “è una scelta che può essere rimeditata dal governo” e, in varie dichiarazioni rilasciate, ha parlato di “poco rispetto per le Regioni” e di “errore gravissimo”. Auspica invece un election day per accorpare elezioni comunali e consultazione popolare.

“ Se, per caso, questa scelta mira a minare il raggiungimento del quorum, dalla Puglia e dal Sud raccogliamo la sfida e risponderemo andando a votare ancora più numerosi –dice il deputato salentino Rocco Palese, vicepresidente della Commissione Bilancio della Camera–  per dire no alle ricerche di petrolio nel nostro mare e per salvare il nostro patrimonio. Non possiamo consentire che il nostro paesaggio e le nostre ricchezze vengano messe in discussione, tanto più quando è stato dimostrato che se la Puglia è sopravvissuta alla gravissima crisi economica di questi anni, è stato proprio per la nostra economia turistica basata soprattutto sui nostri 800 chilometri di costa e mare cristallino”.

“Renzi non sa più cosa inventarsi per ridurre al lumicino gli spazi democratici – dice Paolo Pagliaro, dell’Ufficio di Presidenza di Forza Italia– “Siamo all’accattonaggio spinto”, prosegue. “Solo così si può definire chi resta al governo e, prendendo decisioni puntualmente contro il popolo, ne riduce la sovranità . Adesso anche sulle trivelle nei nostri mari, osteggiate da tutte le comunità interessate ma spinte da Renzi, che avrà qualche inciucio da portare avanti sulla pelle dei cittadini e svendendo il nostro straordinario paesaggio alle grandi compagnie petrolifere. Dovrebbe dimettersi e farci tornare alle elezioni”.

Anche Italia Nostra interviene, scrivendo al presidente del consiglio e a tutte le istituzioni del territorio, chiedendo al primo di annullare il Decreto con cui è stata fissata la data del referendum. “Nel contempo chiediamo a tutti i Sigg. rappresentanti istituzionali in indirizzo (ognuna per le proprie competenze) di adoperarsi a breve in tutte le forme legali e nonviolente (anche estreme) perché tale provvedimento del Governo venga annullato e – nello stesso tempo – auspichiamo da subito una mobilitazione popolare”.

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